Torino Jazz Festival – 1/Di amplificatori blasonati e big band

Nel caso vi siate mai chiesti, per quanto improbabile sia, che fine abbia fatto l’amplificatore di Jaco Pastorius, il concerto della Multiquarium big band, ospitato, unica data italiana, dalla nona edizione del Torino jazz Festival, ha fornito la risposta. Lo strumento è in possesso del chitarrista francese Bireli Lagrene, per l’occasione ospite dell’orchestra al basso, il quale, per interpretare il tributo al famoso bassista, ha guidato per circa dieci ore per le strade d’Europa con l’ingombrante compagno di viaggio a bordo di un van, giungendo alle Officine Gandi Riparazioni di Torino giusto una mezz’ora in ritardo sull’orario dello show pomeridiano, ma in tempo per usarlo nella replica serale. Lagrene, più conosciuto come virtuoso della chitarra e cultore di Djiango Reinahrt, si è rivelato, nello spettacolo dell’orchestra francese diretta dal pianista Benoit Sourisse e dal batterista André Charlier, un bassista degno della eredità del famoso collega, conosciuto in giovane età e frequentato in collaborazioni in tour e nell’album “Sfuttgard aria”. Fin dall’iniziale “The chicken” sono emersi con chiarezza i caratteri del tributo: una big band spettacolare con un’ imponente sezione fiati ed un suono tutto teso ad esaltare attraverso dinamiche intense e pieni strumentali alcune pagine del repertorio di Pastorius e dei Weather Report, con abbondante esposizione di parti soliste da parte dei diversi fiati ( Stephane Guillaume e Stephane Chause su tutti), e Bireli Lagrene a dare motore ritmico al tutto con la famose sequenze di note fretless. Sfilano in sequenza “Used to be a cha cha”, “Kuru/Speak like a child”, “Teen town” dei Weather Report, fino ad una “Three views of a secret” tutte comprese nell’album che immortala il progetto,uscito nel 2020 per la francese Naive records. Pubblico entusiasta nelle due date sold out, con la capienza da 1000 posti del capannone industriale adattato splendidamente a sala concerti dimezzata per motivi di sicurezza. E con i riffs del basso di Pastorius/ Lagrene nella testa anche dopo il bis finale.

3 Comments

  1. Curioso…. nel momento che meno propizio non si potrebbe, ecco che rispuntano le big bands. Chissà se è lecito sperare in un fenomeno non effimero…Milton56

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  2. Interessante, per quanto non sia mai stato un fan accanito di Pastorius.
    Comunque le big band negli Stati Uniti restano tutt’ora una realtà anche se, da quel che circola sulle piattaforme digitali di condivisione di video, mi paiono più istituzionali, legate spesso ad attività didattica per le leve più giovani.
    In Europa, specie in Germania ci sono formazioni stabili di tutto rispetto sotto l’egida delle emittenti pubbliche dei Lander e così anche l’olandese Metropole Jazz Orchestra e la Brussels Jazz Orchestra.
    E l’Italia? L’ultima incisione di Tankio Band è del 2017. Italian Instabile Orchestra data al 2010. RAI manco a parlarne…Ho visto (purtroppo) con i miei occhi l’orchestra Sinfonica della RAI eseguire Intermission Riff di Stan Kenton con gli archi suonati in pizzicato…E le sezioni fiati spaventosamente ridotte all’essenziale.

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    1. Indubbiamente le big bands hanno vita dura in qualsiasi circuito commerciale, ivi compreso quello USA. Il supporto istituzionale è ormai essenziale per la loro sopravvivenza ed attività, e sotto questo aspetto una volta tanto l’Europa ha un vantaggio di non poco conto sugli States. Persino nella nostra Italietta, ed in un momento del tutto epocale come l’attuale, qualcosa si muove: nel mio piccolo ho cercato di segnalarlo con le cronachine da Correggio. Lydian Sound Orchestra è una realtà consolidata da anni e nutrita dal suo habitat vicentino; Unscientific Italians è esperienza molto più giovane, ma promette bene anche perchè è appoggiata ad un altro humus fertile e protettivo come quello di Ferrara . Non dimentichiamo che i grossi organici hanno bisogno di un palco stabile e di una continua pratica del palcoscenico, altrimenti deperiscono inesorabilmente. Manca l’Italian Instabile Orchestra? A me giorni fa è sembrato di ascoltare una sua erede in linea diretta, un poco di pazienza ed arriva il relativo raccontino….. 😉 . Milton56

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