Non ci fosse quell’atmosfera del tutto unica, creata dall’abbazia duecentesca che ospita gli spettacoli, il Festival di Valle Christi sarebbe comunque, per le scelte degli organizzatori e la qualità delle performance, una risorsa da preservare con cura. Così, con le luci dei riflettori che illuminano i ruderi ed il parco antistante l’edificio trasformato in platea, è un vero gioiello che nobilita il Comune che lo ospita, Rapallo, e l’intero comprensorio del Tigullio. Se parliamo della sezione jazz del festival, quella che più ci riguarda, e che insieme al teatro, agli altri concerti ed a spettacoli commissionati appositamente, compone un cartellone esteso per circa due mesi, non si può tralasciare un elogio alla lungimiranza delle scelte del direttore artistico Bruno Guardamagna, che riesce ogni anno a portare sul palco di Valle Christi nomi e progetti di grande interesse nel panorama nazionale ed internazionale. A proposito della nota querelle sui festival jazz veri o “camuffati”, qui siamo decisamente nella prima categoria. Quest’anno sono passati dall’abbazia Antonio Faraò con il suo attuale trio con Ameen Saleem e Bruce Ditmas, Rosario Giuliani e Luciano Biondini con un concerto dedicato ad Ennio Morricone, ed il 16 agosto arriverà il trio Touch con Lorenzo Tucci, Claudio Filippini e Jacopo Ferrazza. In mezzo il concerto che vi racconto, quello del Modalità Trio, Nico Gori, Massimo Moriconi ed Ellade Bandini, tenutosi mercoledì 11 agosto.
Introdotti da un entusiasta ed emozionato Guardamagna, i tre musicisti hanno presentato dal vivo gran parte del contenuto del cd “MEN” pubblicato da pochi mesi da Encore records e registrato nell’ Ottobre 2020 presso gli studi “House of Glass” di Viareggio, che contiene, parole di Gori ” materiale variegato, dalla tradizione a cose più attuali, quasi pretesti per sviluppare una conversazione alla pari fra noi tre in un clima da salotto, ma con tante variazioni”.

Ed infatti il concerto ha attraversato stili ed epoche del jazz lungo un percorso saldamente diretto dal clarinetto espressivo e virtuoso di Nico Gori, dal contrabbasso vibrante e sinuoso di Moriconi e dal motore ritmico essenziale o articolato della batteria di Bandini, che frequenta stabilmente il jazz dopo una carriera in tanti diversi contesti. Si tratta di tre fuoriclasse con una lunga storia alle spalle ed ancora molta voglia di trovarsi, colloquiare ed inventare, e chi assiste alla “conversazione” ha solo l’imbarazzo della scelta nell’individuare le proprie preferenze. Che possono oscillare fra il cool jazz proposto in apertura ed in chiusura, con un sax sornione che dà l’avvio a “Kary’s trance ” di Lee Konitz o trasforma “All the things you are ” nella “Thinging” che conclude il disco, il salto nella tradizione con Fats Waller e la sua “The Jitterbug waltz” o “St. Louis blues” o quello nella modernità di un post bop ricco di pathos come “107 Kennedy Avenue” di Steve Grossman. Oppure avventurarsi nelle asperità ritmico armoniche dello choro brasiliano o sciogliersi nelle pieghe di una cover di “The shadow of your smile” che mescola il languore del tema ad una sezione improvvisata ed avventurosa. Bis affidato ad una energica “Tea for two” quale sintesi di un progetto che, come dicono loro ” ama la musica, come il buon cibo, la condivisione, l’interplay, il divertimento e l’emozione. L’anima del jazz!!!”