PAT MARTINO (1944/2021)
Pat Martino ha enormemente influenzato le caratteristiche sonore di ogni chitarrista jazz vivente, che gli stessi ne siano consapevoli o meno.Ho avuto la fortuna di poterlo vedere in concerto, molti anni fa. Era appena rientrato nel mondo della musica dopo le ben note vicende di salute e l’impatto dal vivo è stato rimarchevole. Niente fronzoli, niente esibizionismi, nulla che non fosse essenziale al discorso musicale, personale e introspettivo. Un vero maestro, non solo musicalmente parlando.

Mi sono spesso domandato: “Che cosa sono io?”. Non sono un chitarrista; non sono un musicista. Perché in fin dei conti mi pare che questo non sia di alcun interesse. Sono più interessato a tutto ciò che riguarda il fenomeno della vita nella sua globalità […] In realtà, le parole Io sono mi bastano. Sono le parole di Dio. E questa per me è l’essenza della definizione.
P. Martino, Here and Now! The Autobiography of Pat Martino, Backbeat Books, Milwaukee 2011,

Il mio primo impatto con la figura di Pat Martino non ha avuto a che fare solo con la sua musica, ma immediatamente anche con la sua straordinaria qualità di pensatore. Ascoltando un’intervista nella quale presentava la sua autobiografia sono rimasto catturato dal suo modo di esprimersi, dalla serenità che traspariva dai suoi racconti, ma sopra ogni cosa dal mondo interiore che rivelava alla luce delle sue intense esperienze di vita. Da quel momento ho iniziato un viaggio di esplorazione del suo universo umano e artistico che mi ha portato a entrare in contatto con alcune delle idee e delle intuizioni che Martino ha maturato sull’esistenza. “Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia”, recita la citazione di Carl G. Jung con cui si apre significativamente il suo libro.
E il più importante risveglio, la più grande verità che ci sia dato scoprire, scrive Pat, è la consapevolezza di ciò che ognuno di noi fondamentalmente è: vita. Approdare a questa illuminazione, solo apparentemente banale, significa entrare in contatto con una dimensione spirituale che supera e trascende qualsiasi altra conoscenza, abilità o tecnica: l’arte stessa, infatti, non è che uno dei sentieri che ci portano a sondare questa verità. La sua, di vita, è quella di un bimbetto smilzo cresciuto a South Philadelphia e diventato un prodigio della chitarra in giovanissima età, conoscendo una straordinaria ascesa e passando poi attraverso abissi che ne hanno segnato la graduale trasformazione. Come scrive Bill Milkowski2, quella di Pat Martino è per certi versi una storia trionfale: vittima di una malformazione congenita, Pat ha superato non solo gli effetti devastanti di un aneurisma cerebrale che ne stava per decretare la fine, ma anche quelli di un intervento chirurgico che gli ha sì salvato la vita, ma lo ha lasciato privo di memoria, dunque di identità.
Dopo essere diventato un artista di fama internazionale, improvvisamente si è ritrovato in un Limbo sconcertante, sospeso tra un passato annientato dall’oblio e un futuro nebuloso, sordido, vuoto. Un uomo alle prese con il buio dei giorni che non lasciano ricordi, delle ore che non lasciano tracce, dei minuti che precedono inesorabili solo altri minuti, senza tessere alcuna trama. L’evaporazione della memoria lo priva infatti non solo della capacità di suonare, attorno alla quale aveva costruito gran parte della propria identità, ma per un certo periodo anche della voglia di vivere. Attraversa una sorta di deportazione dalla propria storia, un disorientamento implacabile che pare estrometterlo dal mondo e relegarlo a un deserto interiore sconcertante. In questa condizione, tuttavia, Martino scopre gradualmente la via verso il risveglio: quel tempo presente che fino a prima gli appariva totalmente sganciato dalla sua storia, dunque privo di senso, si presenta ora alla sua coscienza come la dimora più stabile e sicura in cui abitare. Ne coglie in profondità l’essenza per nulla sfuggente e, nell’inesorabile trascorrere degli attimi, individua un baricentro nitidissimo: l’ora, qui, adesso. La realtà vera. L’esser-ci più radicale. Il momento che, pur nel suo divenire e trascorrere, è. La vita presente. La vita. Punto. Il punto fermo.
Gravitando attorno al nucleo di questo risveglio, grazie a un profondo lavoro di ricostruzione di sé, del proprio mondo e della propria autobiografia attraverso il racconto di altre persone, Martino riesce via via a ri-apprendere molte cose dimenticate, compresa la capacità di suonare e di farlo al suo formidabile livello. Il suo ritorno sulla scena musicale, tuttavia, non coincide solo con il rientro da protagonista di uno dei più grandi chitarristi jazz al mondo, ma anche, ora, con quello di un uomo gentile che ha saputo sviluppare una straordinaria sensibilità spirituale nei confronti della sua stessa esistenza.
Rezzi, Alberto (2019-05-15T23:58:59). La filosofia di Pat Martino (Italian Edition) . Mimesis Edizioni.
Pat Martino. Credito fotografico: Tom Beetz, Creative Commons