Il mese prossimo, più precisamente il 18 dicembre, il trombettista e compositore Wadada Leo Smith compie 80 anni. Come parte della celebrazione di quel momento, quest’anno sono stati pubblicati diversi nuovi album dell’artista. Una vera messe iniziata in maggio con un album in trio con Mike Reed e Douglas Ewart, Sun Beans of Shimmering, e proseguita nello stesso mese con due tripli album per l’etichetta Tum: Trumpet in solitaria e Sacred Cerimonies in compagnia di Bill Laswell e Milford Graves E una nuova ondata è appena arrivata sempre per l’etichetta Tum Records: si tratta di un album che vede all’opera un trio inedito, Smith si circonda infatti di Vijay Jyer al pianoforte e Jack De Johnette alla batteria per A Love Sonnet for Billie Holiday.
Smith ha incontrato e suonato per la prima volta con DeJohnette alla fine degli anni ’60 e i due hanno collaborato con crescente frequenza da quando DeJohnette ha partecipato alla prima registrazione del Golden Quartet di Smith più di due decenni fa. Anche la prima collaborazione di Smith e Iyer risale a quasi due decenni fa. Questa registrazione segna la prima volta che questi tre artisti unici hanno partecipato allo stesso progetto e la prima volta che DeJohnette e Iyer hanno suonato insieme.
Ma non è finita qui, come potete leggere sotto: un altro quadruplo album per Tum con 4 Sinfonie per il Great Lakes Quartet e una registrazione per 577 Record con lo storico pard Henry Kaiser più Alex Varty
Wadada Leo Smith/ Henry Kaiser/ Alex Varty
577 record

Wadada Leo Smith e il chitarrista Henry Kaiser hanno lavorato insieme per alcuni decenni, una partnership che ha dato vita a progetti entusiasmanti come, dagli anni ’90, Yo Miles!, che ha esplorato l’universo della fase elettrica di Miles Davis con grande inventiva. Questo loro nuovo incontro non potrebbe essere più diverso. Smith e Kaiser si sono ritrovati per questa sessione nel gennaio 2018 in California. E hanno chiamato un altro chitarrista, Alex Varty, per unirsi a loro. Varty è un nome più legato all’universo del rock alternativo. Ma la musica che il trio presenta qui non va in quella direzione. Pacifica Koral Reef è incentrato su un pezzo lungo 55 minuti (che, a quanto pare, è stato in realtà montato da diverse sessioni) e si basa sul sistema di creazione che Smith chiama Ankhrasmation, che combina stimulazioni visive, notazioni musicali e “filosofia sociale, stimolando intuizione, imaginazione e cooperazione”. ” L’esperienza multidimensionale che è Pacifica Koral Reef ha preso vita nella immaginazione del trombettista , e poi ha trovato casa su un singolo foglio di carta, inscritto con linee sinuose, blocchi luminosi di verde primaverile e ocra terrosa, pozze radiose di blu , calcoli su circuiti stampati e antichi glifi“, spiega Varty. Il risultato di questa esplorazione è una musica molto climatica, persino incantevole, un po’ psichedelica in alcuni punti, che si sviluppa lentamente e molto coesa tra le trasformazioni che porta. Senza dubbio, qualcosa di diverso anche per chi segue i mutanti e le vaste esplorazioni di Smith. L’album uscirà su CD, in edizione limitata di 500 copie, il 15 dicembre.
A Love sonnet for Billie Holiday
Wadada Leo Smith / Vijay Iyer / Jack DeJohnette
TUM Record

Il risultato dell’incontro di queste tre voci è davvero brillante. L’album è stato registrato alcuni anni fa, nel novembre 2016, agli Avatar Studios (NYC). Ci sono cinque temi, in quasi un’ora di musica. ” A Love Sonnet For Billie Holiday era un progetto da sogno su cui lavorare con Jack e Vijay in cui l’idea di composizione e strumentazione avrebbe giocato un ruolo vitale nel modo in cui la musica suonava“, dice Smith nelle note di copertina. ” Le tastiere, la batteria/percussioni e la tromba creano le proprie gamme sonore, e senza il contributo del basso, gli strumenti realizzano campi sonori orizzontali più ampi e gamme emotive. Pertanto, gli interpreti rivelano uno spettro melodico e armonico completo e complesso in una chiara esposizione musicale, chiudendo l’album con una tensione molto diversa, con Iyer che esplora un organo Hammond B-3 (suona anche il Fender Rhodes). Il CD è uscito il 19 novembre.
The Chicago Symphonies
Wadada Leo Smith’s Great Lakes Quartet
TUM Record

Wadada Leo Smith ha riunito ancora una volta il potente Great Lakes Quartet, con il quale ha registrato il formidabile “The Great Lake Suites” (2014). Accanto a Smith ci sono i veterani Henry Threadgill (sax alto, flauto), John Lindberg (basso) e, ancora una volta, Jack DeJohnette alle bacchette. The Chicago Symphonies è un album quadruplo, con quattro ampie composizioni, una su ogni CD. “L’idea di una sinfonia composta per un sestetto è stata presentata per la prima volta dal compositore/interprete Don Cherry nella sua registrazione classica Symphony For Improvvisers nel 1966. Ho ampliato questa idea per includere la dinamica sociale, politica e psicologica nello spazio creativo. Le mie Chicago Symphonies hanno lo scopo di illustrare e preservare il contributo culturale unico e potente che gli abitanti del Midwest hanno dato nell’aiutare a plasmare la società americana “, dice Simth nella presentazione del progetto.
I primi tre album, “Gold Symphony”, “Diamond Symphony” ” e “Pearl Symphony” sono stati registrati nel marzo 2015, all’Avatar Studios (NYC). il quarto disco, “Sapphire Symphony”, nel giugno 2018 – e porta un cambiamento: il sassofonista Jonathon Haffner (contralto e soprano) sostituisce Threadgill. I primi tre dischi che vedono Threadgill ai fiati funzionano come una continuazione logica dell’album del 2014; il quarto, con Haffner, può essere visto come una propaggine del progetto o forse una nuova fase, il tempo ce lo dirà. Ogni disco/sinfonia dura dai 36 ai 49 minuti, e l’intero materiale è suddiviso in 19 tracce/movimenti. Come nelle sinfonie classiche, si presume che la proposta sia quella di ascoltare ininterrottamente ogni disco, composto ciascuno da un unico brano, suddiviso in 4/5 parti (ogni movimento ha un sottotitolo che da indicazioni su dove Smith stava guardando quando l’ha composto). The Chicago Symphonies è una delle creazioni più ambiziose di Smith e può essere affiancata a opere come “Ten Freedom Summers” e “America’s National Parks”. Estrapolando la “semplice” costruzione sonora, in un avanzamento dialogico con importanti momenti della storia e della cultura, Smith ha realizzato un’opera che si rivela come un documento del nostro tempo e del suo pensiero. Sono album che brillano non solo per la loro grandezza sonora, ma anche come oggetti culturali di vitale importanza per aiutarci a superare questi tempi bui. I quattro album sono in vendita dal 19 novembre.
Thanks to F.V: