Scoprire una cosa bella quando è finita provoca una composita sensazione che mescola il rimpianto per non averne vissuto lo sviluppo e la voglia di ripercorrerne, a ritroso, le tappe. Non conoscevo T.R.E. (Tri Razional Eccentrico) fino a questo nuovo ed ultimo capitolo della loro storia, interrotta bruscamente e dolorosamente con l’improvvisa scomparsa del pianista Alessandro Giachero, avvenuta poco più di un anno fa, ed “Altrove“, pubblicato come tutti gli altri cinque dischi del gruppo da abeat records, mi ha condotto esattamente da quelle parti. Due cd che attraversano le due metà dell’universo creativo del trio, separando il materiale fra composizione (cd 1 ) ed improvvisazione (cd 2) secondo una dicotomia (in realtà solo teorica, perchè i due aspetti spesso convivono anche all’interno dello stesso brano) che caratterizza tutta la storia del gruppo a partire dalla rivelazione di “Paesaggi“(2005) fino ad “Horo” (2014) registrato con Stefano Battaglia, che di Giachero è stato maestro, e che ricorda così il proprio allievo ad un anno dalla scomparsa . ”Chi sceglie di fare musica in un certo modo vive sospeso esplorando il mistero, scavando a mani nude nell’oscurità per trovare la luce necessaria per sé e per chi lo segue, o gli è accanto. E questo determina una certa solitudine, che a volte sembra amara, altre volte dolcissima. Incontrare musicisti come Alessandro, avere l’onore di partecipare alla sua conoscenza e fioritura musicale, e poi insieme a lui costruire una comunità di musicisti attorno ad una struttura di riferimento come è stata ed è Siena Jazz, incarna un vento forte e balsamico che spazza ogni solitudine. Ed il suo contributo insostituibile offerto in queste aule attraverso la musica, anch’esso denso di valori comunitari e di generosa disponibilità, è sempre più tangibile, ogni giorno che passa.Attraverso i tanti anni di lavoro condivisi, fianco a fianco, io e e Alessandro avevamo una appartenenza quasi tribale, in questo senso. Cercavamo la magia dei suoni dallo stesso strumento, parlavamo la stessa lingua. E questo rende la solitudine della musica una danza, una condizione persino privilegiata, una complicità. E mi regala gioia percepire quell’amore e quella devozione come una sostanza viva. Non è andata via neppure per un attimo, la sua presenza.” Docente in diverse istituzioni musicali italiane e dal 2012 Direttore didattico del Siena Jazz University, Alessandro Giachero ha suonato e registrato con alcuni fra i maggiori nomi del jazz contemporaneo legato all’improvvisazione quali Anthony Braxton, Thomas Stronen, Michael Blake, William Parker, Hamid Drake, Taylor Ho Bynum, Thomas Agergaard, Claudio Fasoli, Stefano Battaglia, Achille Succi, Tiziano Tononi, Daniele Cavallanti, sviluppando, nel progetto T.R.E., nella dimensione solista ed in altri contesti collettivi un linguaggio musicale in grado di coniugare la libertà di espressione di artisti legati al jazz come Paul Bley con contributi della musica contemporanea, ma con la capacità di esprimere, nella sintesi di poche note tematiche ed in uno stile essenziale agli antipodi del virtuosismo, un’intera gamma di emozioni. Descrivere la musica di “Altrove“, frutto dell’ ennesimo incontro fra le “sensibilità comuni” di Giachero, Stefano Risso e Marco Zanoli, come ricorda quest’ultimo nelle note di copertina, significa un pò intrufularsi in quello che si intende essere un rapporto intimo e profondo, intromettersi in un dialogo che, specie in alcune sequenze del secondo cd, pare riservato ai protagonisti. Mi limito quindi a suggerire un ascolto aperto all’ingresso in quell’altrove evocato dal titolo, una dimensione nella quale i temi minimali di “Abissi”, “Exodus”, “Cortocircuito”, la pudica bellezza delle note di “Larel”, la faticata costruzione di “All’ultimo“, la giocosità popolare contraddetta di “Statebbuoni“, possono condurre con il loro sviluppo, le progressioni, le pause, le svolte ed i ritorni, ad un viaggio all’interno di noi che ascoltiamo. Proprio come un film, un libro o uno spettacolo offerto dalla natura.
Passaggi Viaggio Lyrics Riflessi
… eh, inseguire a ritroso nel tempo le tracce di ‘età dell’oro’ ormai trascorse è destino comune per chi ama veramente questa musica……. milton56
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