Ultime notizie dal passato

Gli appassionati di jazz sono abituati a cercare i propri motivi di soddisfazione non solo nell’attualità e nel tempo presente, ma spesso e volentieri nel passato, alla ricerca di significative istantanee, di episodi estemporanei – l’essenza di questa nostra musica – cristallizzati da supporti in qualche modo durevoli. Ne è esempio eloquente la presenza ormai ricorrente, nelle classifiche del meglio annuale, di esibizioni inedite riscoperte a decenni di distanza, che anche nel 2021 ha registrato le nobili firme, fra i molti, di John Coltrane ed Art Blackey. Meritoria di interesse è, quindi, l’iniziativa di Caligola Records che, nelle pubblicazioni di fine anno, ha dato spazio a due performances animate, nel recente passato, da musicisti di rilievo del panorama nazionale. “Red” del trio Three lower colours, è la prima testimonianza del gruppo guidato dal compianto trombettista Marco Tamburini, scomparso nel 2015 in seguito ad un incidente motociclistico. Le otto tracce, incise nello studio bolognese di Tamburini nel 2009, precedono, quanto a data di produzione, la colonna sonora del film muto “Sangue e arena” di Fred Niblo, pubblicata nel 2011 sempre da Caligola, e l’ultimo “Contemporaneo immaginario” prodotto lo stesso anno da Note Sonanti ed inciso con la collaborazione del Vertere string quartet. Nell’album inedito si staglia già chiaramente la personalità di un gruppo originale, un trio senza contrabbasso e supportato da uso incisivo dell’elettronica, che nel solco degli autorevoli esempi di fusione dell’ultimo Miles Davis ed in parallelo con tanti altri esperimenti di incrocio fra il linguaggio del jazz ed altri mondi, muoveva i primi passi integrando quegli elementi in una dimensione ritmica e melodica personale, maturata grazie al profondo interplay fra i tre protagonisti. Con i tre strumenti appaiati sul medesimo fronte sonoro, la tromba di Tamburini spesso usata in funzione strutturale piuttosto che strumento solista, Stefano Onorati equamente diviso fra il pianoforte e le tastiere elettroniche, discrete ma ben presenti, e le percussioni vivide e nervose di Stefano Paolini. In scaletta cinque brani originali che catturano le diverse anime dei Three lower colours, dal groove turbinoso di pezzi come l’iniziale “Angolo” , l’esplicita “Gruvone” o di “Red subway sound” alle atmosfere liquide della finale “TLC” , oltre a due riletture originali di classici come una raffinata “Blue in green” speziata di elettronica ed una “Naima” reinventata ritmicamente, per finire con la “Knives out” dei Radiohead, gruppo molto amato e reinterpretata da Tamburini.

Ritroviamo il pianista Stefano Onorati su “Are you standard?”, una session raccolta nel 2004 al Teatro dei Differenti di Barga (Lucca) , sede di un festival e concorso con autorevole e risalente storia nel’ambito del jazz. Qui il 23 giugno si ritrovano il sassofonista Dimitri Grechi Espinoza, il chitarrista Roberto Cecchetto, Onorati alle tastiere, ed Alessando Fabbri alla batteria. L’intento è quello di rileggere alcuni evergreen del jazz in totale libertà , forse in reazione, come suggerisce Giancarlo Jack Rizzardi nelle note di copertina, alla ferrea disciplina imposta dal direttore Bruno Tommaso alle coeve prove della Barga Jazz Orchestra, della quale i quattro musicisti fanno parte. Ne viene fuori una breve ma intensa jam nella quale i temi arcinoti di “My romance” “All the things you are”, “Here’s rhat rainy day”, “Days of wine and roses” sono volutamente nascosti e svelati per frammenti o allusioni, in un gioco raffinato ed avvincente, reso possibile dalla creatività istantanea e dal dialogo profondo fra i musicisti. Completano la session una splendida “Body and soul” nella quale è magistrale l’intervento al pianoforte di Onorati, e due esplorazioni per solo sassofono di Grechi Espinoza: “Solitude” di Duke Ellington ed una lunga libera improvvisazione finale, preludio alle successive avventure del musicista culminate nel progetto solista e solitario Oreb. Due dischi di grande interesse e non solo per il valore di testimonianze storiche.

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