Dopo più di cinquant’anni ha smesso di scattare Roberto Masotti, forse il più efficace e iconico fotografo di musica degli ultimi anni, e non solo alle nostre latitudini.
Ho sempre sostenuto che che esiste un legame inscindibile, anzi simbiotico, tra fotografia e jazz.
Forse perché in entrambi i casi si tratta di ‘arte dell’istante’.
E nelle foto di Masotti è evidente soprattutto la capacità rabdomantica di cogliere il momento decisivo, quello rivelatore. Intendiamoci, dietro questo istante cruciale c’è molta preparazione, soprattutto molta cultura. Il risultato è uno sguardo limpido e nitido, che coglie in maniera fulminante – e spesso con esiti pressoché definitivi – lo spirito di un momento, la cifra distintiva di una personalità.
Masotti ha fotografato molta musica, certo, ma voglio pensare che abbia avuto un feeling speciale con il jazz.
Le sue immagini, molte delle quali ormai iconiche (parola brutta, ma peraltro efficace), hanno una sorta di ‘qualità Zen’ che ben corrisponde alla fulminea essenzialità che rivela i momenti cruciali della nostra musica.
Una qualità che devo dire mi sembra mancare dalla fotografia che si fa oggi, più concentrata sul ritratto (o sulla creazione?) del personaggio.
Gli istanti non consentono molte parole: quindi ora guardate, non vedete . Milton56









Meravigliose.
😦
"Mi piace""Mi piace"
…e ce ne sono anche di più belle…..
"Mi piace""Mi piace"
Fotografo inarrivabile,a mio avviso.
Ma definire Roberto solo come fotografo è assai limitante.Artista,promotore culturale.Con lui potevi parlare di musica,d’arte,ed avere sempre nuovi stimoli,visioni illuminanti.E faceva tanto ridere.Mancherà tantissimo.
A JazzMi ricordiamo la sua splendida mostra “Life Size Acts” a Palazzo Litta nel 2017 e il suo memorabile racconto con Juan Hitter sull’esperienza fotografica e grafica presso ECM,alla Triennale nel 2019.
"Mi piace""Mi piace"