I TRENTA ANNI DI FANO JAZZ BY THE SEA

Trenta anni non sono pochi per nessuno, ma nel campo della musica jazz in Italia si può tranquillamente dire che ormai facciano storia. E’ un traguardo che ben poche altre realtà del settore possono dire di aver raggiunto, soprattutto se si pensa alla serie ininterrotta di chocs susseguitisi negli ultimi anni (e parliamo al passato in una manifestazione di ottimismo della volontà….).

La Corte della Rocca Maltestiana ed il palco principale di Fano Jazz

Questo festival, di cui a mio avviso si continua a non parlare abbastanza, arriva a questo importante compleanno con una ampia articolazione, che copre vari segmenti della scena musicale e soprattutto si rivolge a diversi pubblici, che hanno buone possibilità di mescolarsi ed incrociarsi, aprendosi a nuove esperienze di ascolto. Quest’opportunità si deve senz’altro all’intenso rapporto che intercorre tra il Festival e la città di Fano, che offre nel raggio di brevi camminate ambienti d’ascolto molto diversi e ciascuno quasi tagliato su misura per il genere di proposta che vi viene ospitato: l’ampia Rocca Malatestiana (il main stage da quasi 800 posti nella bella corte della fortezza che domina la cittadina), la Pinacoteca S.Domenico (suggestiva ex chiesa barocca che ospita i concerti in solo della linea ‘Exodus’, ispirata alle migrazioni), lo Young Stage nei giardini antistanti la Rocca (e questo è il palco delle giovani formazioni, che qui trovano spazio e visibilità ben superiori che altrove) ed infine altri luoghi che il bel centro storico della cittadina marchigiana offre in abbondanza.

Salvi gli incerti di questi strani tempi, io rinnoverò l’appuntamento con questa manifestazione, e quindi mi sono ritagliato il mio programma personale in quello ben più ampio e variegato del Festival. Ovviamente ognuno di voi può tratteggiare un suo percorso sul sito di Fano Jazz, ora rinnovato.

E’ doveroso esordire con un altro trentennale: quello della propria  carriera artistica che la cantante israeliana Noa ha voluto festeggiare proprio sul palco di Fano. Conoscendo il pubblico fanese, sarà sicuramente una serata in gran spolvero.

Per quanto mi concerne, un appuntamento imperdibile è quello con i Sons of Kemet guidati da Shabaka Hutchings, già sfuggiti per un forfait l’anno scorso: a parte il valore e l’interesse del gruppo (che secondo me continua a non esser adeguatamente considerato dai jazzofili hardcore delie nostre parti). Purtroppo si tratta di uno degli ultimi concerti della band, che ha già annunziato il proprio scioglimento alla fine di questa estate. Quella del jazz è una storia di incontri, ma anche di separazioni che aprono nuovi orizzonti, anche se personalmente credo che questa lascerà un certo vuoto (anche se tutti i componenti del gruppo hanno intrapreso strade personali di notevole interesse).

Nubya Garcia ed il suo gruppo l’anno scorso al BBC Radio Theatre

Molto felice è l’accostamento di questo concerto d’addio con quello del gruppo di Nubya Garcia, espressione della stessa scena londinese da cui provengono Shabaka ed i suoi. A parte le prove discografiche già all’attivo, ho il ricordo della diretta radiofonica di un suo concerto alla Royal Albert Hall di Londra l’estate scorsa, performance che rivelò notevoli doti di leader e di orchestratrice (nel programma erano inseriti molti e diversi ospiti) della sassofonista poco più che trentenne.

Nella bella corte della Rocca sfileranno poi Eivind Aardset e le sue raffinate e creative elettroniche (questo è un ritorno…), i sospirati GoGo Penguin (ancora un volto della Gran Bretagna, direi più trendy e con sicuro appeal su di un pubblico giovanile sofisticato). Ma come tutti gli anni, Fano Jazz azzarda sul main stage delle proposte decisamente originali ed inedite alle nostre latitudini: quest’anno è la volta di Neue Grafik Ensemble (ancora un frutto del crogiolo londinese e dei suoi intricati intrecci) e del quartetto del pianista azero Isfar Sarabski, che promette un set eclettico e ricco di colori antichi e modernissimi.

Ma è nei giardini davanti alla Rocca che Fano Jazz offre un’opportunità molto rara nel panorama italiano: lo Young Stage, la vetrina dedicata a selezionati gruppi giovani. La gratuità dei concerti e l’apertura del sito sembrano fatti apposta per garantire un’ampia accesibilità e soprattutto un’occasione di ascolto non necessariamente premeditato ed intenzionale: un’occasione d’oro per i nostri young cats per arrivare ad un pubblico più ampio e meno specialistico. Sono certo che ai Cyclic Signs di Enrico Morello ed ai Ghost Horse di Kinzelmann non manca l’esperienza per sedurre nuovi ascoltatori, mentre Mack, Blue Moka e Luciano Bisogno 4tet godranno di un trampolino invidiabile per spiccare il volo verso un pubblico ampio.  

Gli impegnativi, ma affascinanti concerti in solo di Exodus, oltre ad annoverare alcuni ritorni di veterani del particolare ambiente sonoro della Pinacoteca S.Domenico (Dan Kinzelmann, Dimitri Grechi D’Espinoza), vedranno gli esordi di Luca Aquino, Anais Drago ed Giovanni Guidi, che con strumenti molto diversi affronteranno gli ampii spazi della ex chiesa.

L’Anfiteatro Rastatt: non è l’atmosfera che manca…..

In chiusura non si può non menzionare quello che ormai è un vero e proprio rito esclusivo di Fano Jazz: il concerto pianistico all’alba all’anfiteatro Rastatt sul lungomare. Alle 5 di domenica 29 luglio toccherà a Fabio Giachino radunare nottambuli insonni e mistici dell’alba per un autentico ‘after hours’, una bella sfida che ha radici nella migliore tradizione jazzistica. Prometto ‘cartoline’…… Milton56

Una delle scomesse di Fano Jazz: Neue Grafik Ensemble in un bel video di Arte TV (che ci manca tanto….)

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