
L’ultima giornata del festival si apre in un clima prettamente autunnale, perfetto per un concerto di stampo intimista, così come perfetta è la location, la tenuta Villanova, immersa tra i filari che riflettono le diverse tonalità di giallo delle foglie.
Nella saletta, gremita in ogni ordine di posti, le due musiciste, Camilla Battaglia e Rosa Brunello, hanno dato vita ad un set che ha messo in luce in particolare la bella vocalità di Camilla. Il repertorio proposto pescava con arguzia tra le migliori canzoni del pop internazionale. Peccato però che la formula alla lunga ha mostrato molti limiti: ripetitiva e scarna fino a diventare monocorde e troppo lunga, inevitabile un pizzico di noia nonostante l’impegno delle due.
Ci sarebbero due grandi concerti per chiudere la rassegna, il trio di Brandon Lewis e quello di Julian Lage, ma ci sono anche 500 chilometri che mi separano da casa e la stanchezza accumulata è tanta, getto la spugna ma lascio Cormons appagato della molta grande musica ascoltata.
Il festival registra sempre una buona affluenza di pubblico grazie anche alla fortunata posizione geografica, la presenza austriaca è massiccia e molto visibile. Purtroppo però è facile constatare come l’ età media sia elevata ed il ricambio generazionale non c’è, o perlomeno, è di dimensioni trascurabili. È un grande problema, ovviamente non solo di Jazz&Wine, sul quale bisognerà ragionare a bocce ferme.
In compenso la macchina organizzativa ha dato prova di grande efficienza risolvendo alla grande il forfait di Binker&Moses, e la direzione artistica, per la qualità delle scelte in cartellone, conferma di essere tra le migliori in Europa. Grazie a Controtempo e lunga vita al festival !