Si tratta di un film di Gianni Amico che normalmente si può vedere o sulla piattaforma streaming MUBI (ma attualmente non è disponibile) o in qualche festival jazz con una sezione dedicata ai film storici. Qualche anno fa, per la precisione nel 2014, usci’ un dvd a cura della Cineteca di Bologna in cui erano racchiusi tre brevi cortometraggi di Amico dedicati al jazz. Credo che oggi il dvd in oggetto non sia di facile reperibilità (ho fatto una breve ricerca infruttuosa). Ecco pertanto che provo a ricostruire qualche notizia sia sul regista che sul film che da il titolo al post.
Al centro del cinema libero e autarchico di Gianni Amico c’è una grande passione per la musica jazz. Il cortometraggio d’esordio, Noi insistiamo! Suite per la libertà subito, è ispirato al manifesto del free jazz e del nascente movimento per i diritti civili degli afroamericani, We Insist! Freedom Now Suite di Max Roach. Appunti per un film sul jazz, girato durante il Festival Internazionale del Jazz di Bologna nel 1965, con esibizioni, fra gli altri, di Gato Barbieri, Don Cherry, Steve Lacy e Johnny Griffin, è la testimonianza di una stagione di straordinaria energia creativa. A Gianni Amico è dedicato L’uomo Amico di Germano Maccioni, da un’idea di Olmo Amico, con interviste inedite a Bernardo Bertolucci, Tatti Sanguineti e Stefano Zenni.

SCHEDA FILM
Appunti per un film sul jazz gode di un’estrema libertà stilistica e porta Amico a rafforzare l’idea di paesaggio ambientale dal vivo, amplificando la necessità della registrazione con strumenti leggeri e moltiplicando l’impegno a favore di un suono ‘in diretta’. Un suono capace di dare libero sfogo alle pulsioni più sensualmente creative, irriducibile alla prosopopea pseudo-oggettiva della voce fuori campo. “Io ho girato Appunti per un film sul jazz nel 1965, ed era in assoluto il primo film di cinéma direct fatto in Italia. E l’ho girato con una troupe composta da un fonico e da un direttore della fotografia che si erano andati a specializzare giustamente in Canada e che erano tornati portando i primi microfoni direzionali”. Non si tratta di semplici considerazioni di ordine tecnico o produttivo. La possibilità di godere di tecnologie leggere consente ad Amico una libertà espressiva aliena all’organizzazione del cinema industriale: “in quell’epoca parlare di suono diretto con un produttore italiano significava farsi dire che si voleva qualcosa di assolutamente impossibile”.
Appunti è girato a Bologna, durante il VII Festival Internazionale del Jazz. Arrivano Gato Barbieri, Don Cherry, Jenny Clark e Amico li affronta nella piena consapevolezza delle possibilità offerte dal cinema diretto: senza voice over, con una camera Éclair Coutand a spalla e il suono dal vivo ripreso col Nagra, le prove dei musicisti sono alternate a interviste o momenti del soggiorno bolognese. Vita ritmata dallo scandire dei fotogrammi: ecco “il sentimento concreto di amicizia e complicità che c’è nella ‘jazz-philie’ come nella ‘cinéphilie’” (Adriano Aprà). Il clima è da New American Cinema, l’Italia paludosa, quella dei premi governativi al documentario precotto, sembra lontana anni luce.
Marco Bertozzi
Gianni Amico
Gianni Amico, nato a Loano nel 1933, inizia la sua attività in campo cinematografico come organizzatore culturale, nel 1960, ideando e dirigendo la Rassegna Internazionale del Cinema Latinoamericano, all’interno dell’Associazione culturale Columbianum, fondata a Genova dal padre gesuita Angelo Arpa. Le cinque manifestazioni dirette da Gianni Amico, (le prime due si svolgono a Santa Margherita Ligure, la terza e la quarta a Sestri Levante e la quinta a Genova) fanno conoscere, in Italia, una cinematografia (quella latinoamericana) all’epoca quasi sconosciuta. La rassegna diviene anche uno spazio per il confronto e il dibattito tra cineasti e critici europei e latinoamericani, permettendo così a questi ultimi di incontrasi e discutere, cosa che allora accade con gran difficoltà all’interno del Subcontinente americano. è così che molti autori, alcuni dei quali allora alle prime esperienze cinematografiche, possono mostrare le loro straordinarie opere: da Glauber Rocha a Nelson Pereira dos Santos, da Leopoldo Torre Nilson a Joaquim Pedro de Andrade, da Paulo Cezar Saraceni a Tomas Gutiérrez Alea ad altri ancora.
Trasferitosi successivamente a Roma, Amico continua per un breve periodo a operare come organizzatore culturale collaborando con la Mostra Internazionale del Cinema Libero di Porretta Terme (sua, nel 1964, la cura di una sezione monografica dedicata alla¸Nouvelle Vague) e con la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (della cui Commissione di selezione fa parte nelle edizioni 1966 e 1967) per riversare poi l’esperienza così acquisita in un ambito più pratico, come sceneggiatore e regista di film e sceneggiati televisivi. Già nel 1960 ha partecipato alla produzione di Era notte a Roma di Roberto Rossellini, mentre nel 1964 scrive, assieme a Bernardo Bertolucci, la sceneggiatura di Prima della Rivoluzione. Nel 1965 realizza il suo primo cortometraggio Noi insistiamo! Suite per la libertà subito basato sull’opera musicale We Insist! Di Max Roach.
Grande appassionato di musica jazz (nel 1965 realizza Appunti per un film sul jazz, documentario sul festival jazz di Bologna) e del Brasile, Amico inizia a compiere in questi anni i suoi primi viaggi nel paese sudamericano alla scoperta di una cultura e una nazione da cui è sempre più affascinato. Il risultato è la realizzazione, nel 1968, del lungometraggio Tropici, girato in Brasile: film che sposa le istanze del Cinema Novo brasiliano, riproponendo anche la «rottura» del «nuovo cinema» degli anni ’60, dalla ricerca linguistica alla perlustrazione di nuove aree tematiche.
Collabora ancora come sceneggiatore con Bertolucci (Partner, 1968) e Glauber Rocha (Der Leone Have Sept CabeÁas, 1970), come aiuto regista con Godard in Vent d’Est (1969, Godard gli dedicherà il capitolo concernente il cinema italiano nella sua Histoire(s) du Cinema) e continua a realizzare documentari e fiction per la Rai. Fra i primi, i più importanti sono: Lo specchio rovesciato. Un’esperienza di un’autogestione operaia e Le mani svelte. Giovani, donne, fabbrica. Tra le fiction spiccano L’inchiesta, Ritorno, Le cinque Stagioni e Le affinità elettive.
La sua capacità organizzativa e il suo amore per la musica brasiliana si manifestano appieno nell’organizzazione, nell’estate del 1983, al Circo Massimo di Roma, di Bahia de Todos os Sambas, un grande evento musicale a cui partecipano tutti i più grandi cantanti brasiliani, da Caetano Veloso a Gilberto Gil, da Nan· Vasconcelos a Jo„o Gilberto, da Gal Costa a Moraes Moreira. Il concerto viene anche filmato, sotto la supervisione di Amico, d´´ due suoi grandi amici, i registi Leon Hirszman e Paulo Cezar Saraceni. Il film è poi terminato da quest’ultimo nel 1996, dopo la scomparsa di Hirszman e di Amico stesso, stroncato da un male incurabile nel 1990, quando è impegnato nel progetto di un film sul chitarrista gitano Django Reinhartd.
Nei 35 minuti della pellicola si possono riconoscere molti musicisti, e ovviamente non parlo dei più famosi. Ci sono i giovanissimi Franco D’Andrea e Aldo Romano, ma gli stessi Steve Lacy, Don Cherry, Mal Waldron, Gato Barbieri, sono agli inizi delle rispettive carriere e vederli giovani e brillanti in queste immagini in bianco e nero è un vero tuffo al cuore dell’appassionato. Ho scritto “vederli”, perchè da qualche giorno un jazz fan greco ha postato in rete il link per scaricare il film. Lo riporto, cosi’ come l’ho trovato, perchè condividere questa meraviglia è una vera gioia ed è bello che tutti gli appassionati ne possano godere. Buona visione.
Indiepop

Appunti per un film sul Jazz Italian Docu Bologna 1965 35 mins Info [link][link]