Girovagando: Craig Taborn trio e Mary Halvorson double concert

Ogni tanto, vincendo la pigrizia e grazie alla bontà delle proposte, anche il vostro cronista si mette in movimento per seguire  quanto di meglio offre la piazza. E’ il caso del concerto del 2 marzo al Blue Note del trio di Craig Taborn, basato su una formazione abbastanza inusuale che vede oltre al leader al pianoforte e tastiere elettriche, la violoncellista Tomeka Reid ed il batterista nonché vibrafonista Ches Smith.

Un gruppo dai timbri e dalle dinamiche decisamente diverse dal consueto, con la Reid in veste principalmente di accompagnatrice e gli altri due musicisti che si dividono gli spazi solistici, anche se la proposta musicale verte su una musica d’insieme corposa e molto ritmata. Non a caso gli ultimi due brani portano la firma di Geri Allen e Sun Ra, ma è la personalità di Taborn che permea le composizioni e la cifra stilistica del trio. Il pianista vanta una carriera ormai trentennale, e dagli esordi con James Carter le sue collaborazioni si sono estese a tutti i principali protagonisti della musica jazz più sperimentale, anche se la patnership con Tim Berne è quella che lo ha rivelato come pianista di rara fantasia e sensibilità. Un pubblico non numerosissimo ma partecipe ha sottolineato con calorosi applausi il concerto. Nota di merito alla programmazione del locale milanese: dopo un lungo periodo in cui ci si era rivolti ad un versante decisamente easy e ben poco jazzistico, finalmente da qualche tempo a questa parte la tendenza sembra essere invertita, con una decisa programmazione di buoni nomi internazionali.

L’Associazione 4.33 di Mantova invece ha sempre mantenuto un profilo programmatico molto alto, tant’è che domenica 12 marzo all’Auditorium Monteverdi di Mantova ha presentato un doppio concerto della chitarrista Mary Halvorson con i suoi due ultimi e preziosi progetti, Belladonna con il Mivos Quartet ( Olivia De Prato e Ludovica Burtone violini, Victor Lowrie Tafoya, viola e Tyler J. Borden.violoncello)  e il sestetto Amaryllis (Mary Halvorson, chitarra, Adam O’Farrill, tromba, Jacob Garchik, trombone, Patricia Brennan, vibrafono, Nick Dunston, basso e Tomas Fujiwara, batteria)  , unico concerto in Italia. Folto pubblico, con gli studenti del liceo musicale e del conservatorio invitati, giusto per bilanciare le teste grigie predominanti in sala, come ha osservato Matteo Gabutti, voce dell’Associazione 4.33.

Due concerti di alto profilo e molto diversi tra loro, non potendo paragonarli posso però dire che il quartetto d’archi più la chitarra elettrica della Halvorson ha avuto il sapore speciale di una progettualità contemporanea e assolutamente riuscita e profonda . La scrittura della leader ripartisce generosamente parti di insieme e spazi solistici in entrambe le formazioni, particolarmente suggestive nel caso del quartetto, sicuramente energetiche nel sestetto. La chitarra si ritaglia scorribande con quella sonorità sghemba e claudicante tipica dello stile della Halvorson e perfettamente calata nelle trame disegnate per gli archi. Impossibile non ammirare la scrittura e l’impaginazione di entrambe le formazioni, la cura di ogni particolare e la raffinatezza delle soluzioni. Tutti i musicisti hanno impressionato per compattezza e qualità, personalmente distribuisco note di merito per Patricia Brennan e Nick Dunston nel sestetto e per il quartetto d’archi nella sua interezza. Impressionante il cambio di atmosfera tra le due sessions, raccolto, emotivo e lucidamente aereo il primo, al calor bianco il secondo.  

2 Comments

  1. A proposito di Belladonna a Mantova. La relazione tra archi e jazz è sempre problematica, e raramente porta a risultati convincenti. Halvorson è riuscita là dove molti altri hanno fallito: evitare l’uso della formazione d’archi come sfondo statico, o come mera cassa di risonanza della voce solista. Una scrittura molto dinamica, capace di generare contrasto e dialogo interno al quartetto d’archi, i cui componenti hanno goduto anche di spazi solistici notevoli (particolarmente nel caso del violoncellista Borden). Gli unici a fare le spese di tanta maestria sono i fan della Halvorson chitarrista, che dovranno rifarsi con il trio Thumbscrew (sperando di vederlo ancora dalle nostre parti). Milton56

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