“Like someone in love”, “Here’s that rainy day”, “Darn that dream” e “But Beautiful” sono titoli familiari a qualsiasi appassionato di jazz, trattandosi di standards estratti dal grande repertorio della canzone americana ed entrati in quello di decine di interpreti vocali o strumentali nella storia della musica afroamericana. Meno conosciuto rispetto a brani come quelli citati è invece il nome del loro compositore. Eppure Jimmy Van Heusen per quantità (oltre mille titoli in trenta anni di una carriera iniziata negli anni ’30 del secolo scorso) e qualità delle composizioni, fra le quali quattro canzoni da Oscar come ” Swinging on a star” (1945), “All the Way“(1958), “High Hopes “(1960) e “Call Me Irresponsible” (1963), meriterebbe fama pari a quella di celeberrimi autori del songbook americano come George Gershwin o Cole Porter. Un contributo a tal fine, forse piccolo, ma davvero sentito e ben organizzato, arriva ora dalla cantante Francesca Bertazzo Hart, al suo terzo disco per l’etichetta Caligola, la quale, in seguito ad un approfondito studio dell’opera di Van Heusen svolto in ambito accademico, ha deciso di impugnare il microfono per interpretare, insieme ad un ottetto diretto dal pianista Michele Francesconi, undici composizioni fra le più celebri dell’autore di Syracuse scomparso nel 1990, aggiungendo due omaggi autografi a Jimmy, la title track, una fascinosa ballad il cui testo è composto da diversi titoli di canzoni firmate Van Heusen e “Another blues for Jimmy” un esercizio in blues scandito dai breaks della sezione fiati con lo scat della cantante in primo piano. Uno dei pregi del progetto risiede nello spirito con il quale l’opera di Van Hesen è stata affrontata: la raffinata mano di Francesconi nella costruzione di arrangiamenti che sposano leggerezza e ostanza, l’ottimo controllo e l’espressività di una vocalist con vasta esperienza nel mondo dei clubs di New York, un organico originale e ricco di voci strumentali diverse con ben cinque fiati, assicurano un risultato godibile ed interessante, ben lontano dall’ennesima parata di standards eseguiti “nella tradizione”. La sequenza parte con una swingante “I thought about you” movimentata dai fiati e dallo scat, e si conclude, dieci brani dopo, con “Call me irresponsible” spruzzata di dixieland. Fra partenza ed arrivo, molte tappe da segnalare, alternate rispettando le varie fasi della carriera di Van Heusen con la successione dei parolieri Johnny Burke e Sammy Cahn. Il bellissimo tema di “Like someone in love“, un motivo che ha attraversato il tempo coniugando Bing Crosby a Bjork, è introdotto dalla tromba e dal clarinetto e condotto da una linea vocale in bilico fra realtà e sogno, “Come fly with me” rinuncia all’enfasi vocale per aprire il campo ad una sequenza strumentale che si sviluppa con interventi solisti del trombone e del sax sulla pulsante base ritmica, quindi subentra la dolce malinconia di “Here’s that rainy day”, con una prima essenziale parte seguita da una sequenza ritmicamente movimentata dalle corde del basso di Beppe Pilotto. E si prosegue così, fra una swingante e scattante “Darn that dream“, e le dolci onde pianistiche di “All the way“, i giochi vocali di “It could happen to you” collegata a “Fried bananas”, il duetto piano voce di “The second time around“, le cadenze funky di “All my tomorrow” con il trombone di Gigi Grata in evidenza,e le note crepuscolari di una struggente “But beautiful” .
Il tutto condotto con la giusta dose di rigore filologico, senza eccedere nell’affidamento alle celebri melodie, ma facendone veicoli per la creazione di musica nuova da parte dei componenti dell’orchestra di seguito elencati:
Francesca Bertazzo Hart (vocals, guitar), Michele Francesconi (piano, conduction), Paolo Trettel (trumpet, flugelhorn), Gigi Grata (trombone), Stefano Menato (alto sax, clarinet), Fiorenzo Zeni (tenor sax), Giorgio Beberi (baritone sax, bass clarinet), Beppe Pilotto (double bass, electric bass), Mauro Beggio (drums).
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