ISTANTANEE – ROB MAZUREK EXPLODING STAR ORCHESTRA A CESENA

Rob Mazurek ha sviluppato un rapporto intenso e molto speciale con l’Italia: non è un caso,  nonostante la sua esilità la nostra scena jazzistica gli ha offerto occasioni di non poco conto, basti pensare all’edizione 2023 di Novara Jazz, quasi esclusivamente centrata sulle sue varie formazioni, inclusa la Exploding. Ed ora si aggiunge il notevole sforzo produttivo messo in campo da Area Sismica e dall’ERT per consentirgli di portare la sua Exploding Star Orchestra sul palco del Teatro Bonci di Cesena: una sede molto ‘protettiva’ per le ricche sonorità della band, cui si è aggiunta anche la proiezione di raffinate elaborazioni grafiche delle pregevoli opere pittoriche di Mazurek.

La Exploding è una creatura mutante, il suo organico ed i suoi componenti sono in perenne evoluzione secondo momento e circostanze, ma ciò non toglie che quest’originalissima big band si presenti sempre con una fisionomia ormai ben riconoscibile.    

La sua caratteristica essenziale è quella di generare un grande arazzo multicolore che veleggia sospinto da un’onda ritmica possente ed incessante.  

Colpisce subito – e coinvolge – la semplicità melodica, molto efficace: l’evoluzione del discorso musicale viene dal complesso e stratificato gioco dei timbri e da quello delle dinamiche.

A Cesena il ruolo di Mazurek è stato più che altro quello di un regista, di un organizzatore di risorse altrui. Rare le sue sortite solistiche, perlopiù alla tromba, meno alla cornetta: ancora più rari gli autocampionamenti in tempo reale cui ci aveva abituati in altre occasioni. La sua concentrazione sul suono stagliato su di un ampio sfondo orchestrale e la laconicità dei suoi soli non possono non rammentare il Miles del periodo elettrico (anche se la Exploding appare decisamente più articolata e complessa delle ultime formazioni davisiane).

Il trombettista è apparso molto assorbito da una sua conduction schematica ed essenziale, orientata a chiamare e metter in sequenza i soli dei componenti di Exploding ed ad evocare i picchi dinamici dei ‘tutti’.

Mazurek e Locks danno anche prova della loro fantasia visuale

In una formazione dove è la tessitura dell’insieme a prevalere nettamente non è facile isolare contributi individuali: nella frontline spicca ovviamente lo spoken word dell’ ‘uomo-radio’ Damon Locks, la voce di un sopravvissuto che ci parla da una dimensione remota e forse da un’altra era.

Il piano di Angelica Sanchez quando è in evidenza giunge un poco come una sorta di voce fuori campo che introduce e commenta, immergendosi poi nel profondo della trama orchestrale.

Molto invece è sulle spalle dei due vibrafonisti: più concentrato sul suono Victor Vieira Branco (notevoli alcuni suoi interventi con l’archetto sulle lamelle), mentre al nostro Pasquale Mirra è affidata la missione di imprimere dinamismo al discorso con le sue irruenti e travolgenti improvvisazioni. Missione perfettamente compiuta grazie all’entusiasmo ed all’incontenibile energia del nostro, su cui Mazurek sembra fare grande affidamento.

Mirra in azione: è riuscito pure a rompere uno dei suoi mallets…..

Thomas Roher con la sua ribeka (una sorta di viola etnica molto in uso nel forrò, il blues del NordEste brasiliano) stenta un poco a tener il passo del dinamico protagonismo dei vibrafonisti, fatto del tutto spiegabile con la relativa esilità dello strumento in una scena sonora così ampia e composita: il suo sax soprano ha fatto solo sporadiche apparizioni in funzione di colore.

Ma il vero cuore, l’anima pulsante di Exploding è la sua poderosa e formidabile ritmica. Il perno essenziale è il basso di Ingebrit Haker Flaten, che sia nell’insieme che in solo dà un contributo quantomai caratterizzante all’identità dell’ensemble: asciutto, potente, dinamico. Senza di lui la complessa costruzione della Exploding difficilmente si reggerebbe.

Immediatamente riconoscibile nella fitta trama orchestrale è il drumming secco ed energetico di Chad Taylor, veterano delle spedizioni spaziali di Mazurek, con il quale l’intesa è del tutto telepatica. La batteria di Mikel Patrick Avery è parsa perlopiù un rinforzo ed un raddoppio di quella perentoria ed autorevole di Taylor. Ma il ritmo non è solo potenza ed energia, è anche colore: ed a questo ha pensato Mauricio Takara con le sue raffinate percussioni ed elettroniche, anche qui l’intesa con il leader si sviluppa ad occhi chiusi.

Quella della Exploding è certo musica molto avanzata, ma il suo andamento arcano ed ipnotico ha una presa seduttiva sul pubblico quantomai rara (qualcuno potrebbe anche dire unica) nel campo della musica di ricerca. Ed infatti anche questa volta abbiamo visto un intero Teatro Bonci stipato in ogni ordine da un uditorio attento e concentrato. Sarà per gli evidenti echi di esperienze passate con cui Exploding e Mazurek hanno stretti rapporti? Il rimando più ovvio e scontato sarebbe all’Arkestra di Sun Ra, ma quando Damon Locks comincia a circumnavigare il palco spiccando balzi a tempo con la ritmica, aggiungendo con precisione i suoi tonfi al composito mosaico di quest’ultima, il pensiero non può non correre all’enigmatica teatralità dell’ Art Ensemble of Chicago. Il suo spirito aleggia molto più qui che in altre occasioni che sanno un po’ di celebrazione, e talvolta anche un poco di accademia. Milton56

E’ una ripresa amatoriale, ma coglie molto felicemente sia un momento cruciale del concerto di Cesena, che la sua generale atmosfera. Stavolta siamo fortunati…

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