“Juliette was probabily the first woman that I loved as an equal human being…It was April in Paris. Yeah, and i was in love.”
Miles Davis, Miles: The autobiography, 1989
Lei era bianca ed esistenzialista, lui era nero e trombettista. Lei viveva a Parigi, circondata da intellettuali e poeti. Lui, un americano dell’Illinois, venne a suonare alla Salle Pleyel. Erano entrambi molto giovani. In quella Parigi di ambienti fumosi e canzoni tutto era ancora possibile.
“This was my first trip out of the country (going to Paris in 1949) and it changed the way I looked at things forever….It was the freedom of being in France and being treated like a human being, like someone important. Even the band and the music we played sounded better over there”
Miles Davis, Miles: The autobiography, 1989
Miles Davis sapeva che, negli anni ’60, la società americana non avrebbe accettato il matrimonio tra un famoso musicista nero e una cantante bianca francese. Juliette Gréco racconta che una notte Miles aveva prenotato una suite al Waldorf-Astoria di New York, dove la invitò a una sontuosa cena. I volti beffardi e gli ironici commenti dei camerieri quella sera misero a dura prova Miles che pianse a causa dell’umiliazione sofferta.
Miles, che non era esattamente un uomo fedele e premuroso con le sue donne, rinunciò a Juliette per non renderla infelice. Era uno di quei grandi amori che diventano più intensi proprio perché sono impossibili.
Due mesi prima che Davis morisse , si incontrarono a Parigi e lei gli chiese se non si fosse pentito di averla lasciata. Miles rise e rispose: “Non importa il giorno o l’angolo del mondo in cui sono stato. Tu eri sempre lì . “
Juliette Greco and Miles Davis, Saint Germain des Près, Paris, 1949
L’ha ripubblicato su Tracce di Jazz.
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