I fortunati che assisterono al bel concerto del gruppo di Marquis Hill nell’ambito dell’edizione 2018 di JazzMi difficilmente avranno dimenticato il vibrafonista che spesso ha avuto la funzione di vera e propria spina dorsale della formazione. Un musicista lucido ed irruente, che con suo il suono limpido e tagliente ci ricordava che il vibrafono è (anche) uno strumento a percussione. Considerato il gran livello degli altri contributi individuali di quella brillante serata, il fatto che il vibrafonista sia rimasto così vividamente impresso è segnale del fatto che il personaggio in questione non rientra certo nella categoria del ‘business as usual’, sia pure di classe.
Successivamente Joel Ross è apparso anche in un disco come “Universal Beings” di Makaya McCraven, ulteriore stimolante rivelazione degli ultimi mesi che pullulava anch’essa di brillanti talenti.
Accumulato un tale pedigree di sideman di lusso, era logico che il nostro approdasse ad un’esperienza di leader. Ed anche in questa occasione Joel non si fa mancare nulla: il suo “KingMaker” uscirà ai primi di maggio per la Blue Note. Ross guida la sua Good Vibes composta di giovani musicisti (Immanuel Wilkins al sax alto, Jeremy Corren al piano, Benjamin Tiberio al basso e Jeremy Dutton alla batteria) attraverso un repertorio quasi esclusivamente formato da sue composizioni originali.
Per ora disponiamo solo della piccola anticipazione di cui alla clip YouTube riportata sotto, una “Ill Relations” che a mio avviso promette parecchio: vi consiglio di ascoltarla con attenzione….. soprattutto il dialogo tra Ross ed il sax di Wilkins sul finale. Che i Walt Dickerson ed i Bobby Hutcherson abbiano trovato un degno discendente? Milton56
Bravo! Ma per me il discendente di M. Jackson e B. Hutcherson é Steve Nelson.
In Italia consiglierei di ascoltare con attenzione Daniele Di Gregorio.
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