CHARLES LLOYD
8: Kindred Spirits (Live From the Lobero)
Blue Note
Supporti disponibili: 2xLP+DVD/CD+DVD
Lascia piacevolmente stupefatti lo stato di forma di Charles Lloyd che da quando, cinque anni or sono, è passato sotto le gloriose insegne della Blue Note continua a proporre dischi ben più che convincenti, ed il cui peso specifico sulla scena attuale appare pressochè ineludibile.
Il 15 marzo 2018, per celebrare nel migliore dei modi il suo 80° compleanno, si è gremito il più antico dei teatri californiani, il Lobero di Santa Barbara, per ascoltare, con un amore e una deferenza del tutto percepibili nell’incisione, un nuovo gruppo assemblato da Loyd per l’occasione, con Reuben Rogers al basso, Eric Harland alla batteria, Gerald Clayton al piano e Julian Lage alla chitarra, tutti nomi di primissimo livello e più giovani del loro leader, mediamente, di un mezzo secolo.
Del resto questo mirabolante ex hippy ha sempre agito per vie creative/innovative coinvolgendo e lasciandosi coinvolgere dalle giovani generazioni ed in “8: Kindred Spirits” c’è tutta la singolare-ma-non-troppo essenza artistica Lloydiana. Sebbene si tratti infatti di un distillato ormai ben noto, di cui pensiamo di conoscere pressochè tutto, dal colore in controluce all’intensità di profumi ed aromi, per non parlare di gusto e retrogusto, ecco che “play- pronti via” ed anzichè sorseggiare in poltrona dal toulip per concentrarsi su stato e grado d’invecchiamento del Nostro, si precipita letteralmente in Dream Weaver, probabilmente il brano più famoso dell’intera sua carriera, una composizione che saremmo tentati di definire un po’ ingenuamente come “magica”, tratta dall’eponimo Atlantic del ‘66 nel quale muoveva i primi passi un 21enne Keith Jarrett, e che qui viene sublimata per l’ennesima volta in forme mutevoli per 21 minuti di ragguardevole jazz “advanced” e torrido, in cui brilla l’aura mistica del leader che, guidato da una sorta d’imperativo morale con nota lisergica, finisce con l’esaltare in particolar modo il chitarrista Lage, portato a ritagliarsi spazi solistici d’impressionante nitore a cui replica il coetaneo Clayton al pianoforte, in un continuo cambio di tempi ed atmosfere in cui sono le colorazioni blues a prendere, ma solo a tratti, il sopravvento.
Non parrebbe davvero che il gruppo sia in pratica alla prima uscita ufficiale (in seguito la band farà turnè mondiali, in alcuni casi sostituendo il piano di Clayton con una seconda chitarra, alla Casa del jazz di Roma nel 2019 suonò appunto Marvin Sewell) e se non sentissimo applausi e ovazioni dopo i lunghi brani penseremmo a una calibrata prova in sala d’incisione, le storie musicali fluiscono in una palpabile tensione che lo stesso Lloyd spesso risolve utilizzando il suo arcano suono, ancora più fascinoso ora che gli anni lo hanno sensibilmente intaccato, sia nei passaggi latini (“La Llorona”, inquietante leggenda che riprende vita) che nelle indeterminate, meditative “Ruminations”, e nella sublime, toccante esecuzione di “Requiem” che riproponiamo di seguito, con relativo video in cui la regia si diverte ad utilizzare trucchetti tipici dei primi anni ’80, sdoppiature, dissolvenze ecc.
Come dimostra anche la qualità del video la Blue Note ha investito significativamente nel progetto e viene consegnata ai fans la possibilità scegliere se di acquistare la versione CD+DVD oppure quella 2LP + DVD e viene proposto anche un lussuoso Box con Edizione in triplo vinile + doppio CD + DVD + Libro, come si vede nella clip. Può darsi che per avere questo tesoro vi chiedano le ultime tre buste paga, ma diamine teniamo conto che, per quanto si dice in giro, si vive una volta sola. Sfogliare il bel libro fotografico che ripercorre la carriera di Lloyd mentre la musica viene riprodotta da un buon impianto hi-fi riconcilia con il mondo, e in particolare con il sofferente mondo fisico, reale o analogico che dir si voglia, un mondo che, tutto sommato, pare avere ancora mille ottime ragioni per (r)esistere, compreso l’immergersi nel magistero di un’artista di questa levatura. E della sua nuova sfavillante band, beninteso.
(Courtesy of AudioReview)

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