DENNY ZEITLIN – “Live At Mezzrow” (Sunnyside)
“Quando suono cerco sempre di ritrovare l’esperienza gioiosa che avevo da bambino al pianoforte. Si crea una sorta di spazio estatico in cui non so più come sono messo. Voglio dire, non osservo consapevolmente quello che sto facendo. È tutta pura intenzione, pura musica.”
L’autoanalisi di Denny Zeitlin (1938), psichiatra di vaglia che si è sempre diviso tra club fumosi e lettini freudiani è limpida come la musica che sgorga dal nuovo modello Steinway utilizzato per questo sontuoso “Live at Mezzrow”, che coinvolge il suo trio stabile che lo vede suonare con la leggenda del basso Buster Williams ed il quotato batterista Matt Wilson.
Il repertorio scelto da uno dei maggiori, e più sottovalutati, pianisti contemporanei per creare quel particolare climax non può prescindere dagli standard che hanno formato ed accompagnato Zeitlin per decenni, si parte con Gershwin (“The Man I Love” accolta da ovazioni dei fortunati astanti), brilla la stella di Monk (“I mean you”) e le più luminose della costellazione Strayhorn/ Ellingtoniana (“The Star Crossed Lovers”, per l’appunto, ma anche la meno battuta “Isfahan” ed il manifesto programmatico “The Intimacy Of The Blues”), ci si strugge su “Dancing in the Dark”, brano del ‘31 con cui il trio può sciogliere qualsiasi iceberg, insieme ad un’altra incantevole ballad della casa, “Echo Of A Kiss”, dalla ristretta ma assai quotata produzione zeitliana. Gli ultimi dodici minuti offrono invece un’inattesa versione, densa e misteriosa, della shorteriana “Paraphernalia” (tratta da “Miles in the Sky”), il viaggio si fa rarefatto ed a controllo sospeso, le implicazioni psicologiche ed estatiche si manifestano, il trio lascia del tutto gli ormeggi e si muove su coordinate inaudite con il genio di Buster Williams a disegnare rotte immaginifiche.
Pura Arte Jazz, in cui convivono migliaia e migliaia di ore di tecnica ed alto artigianato, cognizioni apprese e poi insegnate, ad affinare una filosofia estetica che declina la vita stessa di questi musicisti. Indubbiamente un disco tra i migliori usciti quest’anno , i jazz-fans più attenti non se lo faranno sfuggire.