Un limite piuttosto importante che da sempre imputo alla nostra rivista di riferimento, Musica Jazz, è la scarsa o nulla attenzione a tutto quello che avviene sulla rete. Eppure la rete è assurta ad una importanza vitale pressochè in tutti i campi, e perfino per un appassionato di musica è una risorsa imprescindibile che offre una moltitudine di possibilità, dal concerto streaming ai portali dedicati, i blog, YouTube, i motori e/o gli spazi web che propongono album vecchi e nuovi, spesso fuori catalogo, per non parlare dei bootlegs, social dove trovare fotografie rare e preziose, oltre a discussioni e approfondimenti sempre interessanti, almeno fino a che non scadono nella sterile polemica.
Di tutto questo, e di molto altro, sul magazine non c’è traccia alcuna, anche se, va detto, nemmeno le testate più importanti oltralpe e oltreoceano hanno mai brillato in questo campo. Ma, rimanendo nel nostro paese, quello che vorrei portare alla attenzione di coloro che hanno la pazienza di leggermi, è un breve panorama di ciò che la rete offre in lingua italiana ad un jazzfan.
Il titolo di questo post non deve ingannare: per noi di Tracce di Jazz la concorrenza non è un problema, nel senso che tutti i siti di cui parlerò sono fonti per noi importanti e irrinunciabili di consultazione e lettura, proprio perché il nostro è un approccio da fans e non da testata concorrente. Quindi nessuna gelosia o competitività, noi occupiamo uno spazio unico, piccolo e con molti limiti, ma del tutto indipendente, senza pubblicità e/o risorse economiche e tecnologiche all’altezza dei “concorrenti”.
Iniziamo dal sito del magazine principale, Musica Jazz. Dopo un avvio in sordina ora lo spazio web è ben strutturato, ricco di recensioni e interviste, nonché di una radio on line 24 ore su 24. Mancano le news in tempo reale, cosi’ come un qualsiasi spazio di confronto o di comunicazione con i lettori, e, ovviamente, non si fa cenno alcuno ad altri siti o a qualsiasi altra pubblicazione in rete. La grafica ed il template sono piuttosto rigidi e poco fantasiosi.
JazzItalia è tra i primi portali in rete in lingua italiana dedicati alla nostra musica, ha un corposo portale che va dalle news alla didattica, perfino uno spazio per i blog autogestiti, esperienza però che pare definitivamente naufragata dopo un inizio promettente. Anche qui la grafica e la veste del template denunciano gli anni trascorsi, ma tuttavia sono ancora funzionali e facilmente intuitivi. C’è una rubrica densa ma purtroppo datata di link riferiti a siti, portali e blog ma manca uno spazio per i lettori.
Jazz Convention è un altro portale in rete da molti anni, con una offerta di recensioni, articoli e interviste. Non particolarmente sfolgorante la veste grafica, piuttosto vetusta ma di rapida consultazione. Manca l’attualità, le news, i collegamenti link, uno spazio di confronto. Fino a tempo fa esisteva una mailing list quindicinale che riportava novità e articoli, ma ormai da molto pare abbandonata.
AllAboutJazz Italia è l’emanazione in lingua italiana del ben noto portale americano. Anche qui recensioni, approfondimenti e interviste, ma tempi lunghi tra un articolo e l’altro, le news sono demandate al portale americano, gli aggiornamenti latitano, inutile parlare di spazi di confronto o di link ad altri siti.
Jazzit è il portale del magazine di Luciano Vanni. Il menù prevede articoli, recensioni ed interviste. La veste grafica è la migliore dei siti visti fin qui, piacevole e funzionale. C’è uno spazio blog di alcuni dei redattori della rivista, ma il tutto è abbandonato da tempo. Anche le news sono datate e non c’è nessuno spazio per links e lettori.
A Proposito di Jazz è il sito di Gerlando Gatto che, oltre a proporre articoli, interviste e recensioni, ha uno podcast anche se aggiornato raramente. Niente news, ne spazi per lettori, links datati e mai aggiornati. A onore di Gatto va però detto che è uno dei pochi che nei suoi editoriali prende posizione, non si nasconde dietro il politically correct e, se deve criticare, lo fa senza timore.
JazzEspresso è l’ultimo arrivato tra i siti “classici”: portale dalla grafica accattivante, gestito in quattro lingue (Inglese, spagnolo, giapponese) e dal consueto menu fatto di articoli, recensioni e interviste. News aggiornate ma poco numerose, niente links, niente spazi comunicativi.
Tra i molti siti che si occupano di musica in senso ampio, con però un corposo spazio per la musica jazz, segnalo sicuramente il migliore, Percorsi Musicali, un web magazine all’insegna di grande competenza e sguardo aperto sulle varie tipologie musicali. Si tratta però dell’unico sito che vi propongo a pagamento. Pochi spiccioli per un articolo, 60 euro per l’abbonamento annuale. Credetemi, sono soldi ben spesi.

A questo punto dovrei parlare della galassia dei blog, ma è difficile perché spesso non si riesce a prenderne le misure che già sono scomparsi. Ci sono sostanzialmente due tipi di blog: quelli che postano album, spesso fuori catalogo o introvabili, con relativi links per il download e altri che magari inseriscono il download ma soprattutto raccontano la storia del musicista e/o dell’album. Il blog che più è durato nel corso del tempo, anche se con tempi lunghi e mai certi, è sicuramente il bellissimo Jazz From Italy, tra l’altro uno dei primi in assoluto in Italia a postare.
Rimangono ancora due tipologie da raccontare: i podcast e i social. Per quanto riguarda i podcast, qui su Tracce, nella parte più in basso della prima pagina ci sono elencati (quasi) tutti quelli che sono attivi. Come spesso facciamo, magari a turno, noi consigliamo caldamente l’ascolto dei podcast di Birdland su ReteDue, la radio della Svizzera italiana, curati da alcuni dei nomi più conosciuti della critica italiana. Agili, alla portata di chiunque, fatti molto bene e ricchi di ottima musica. Imperdibili.
Parlare dei social è molto più complicato per evidenti ragioni: i forum o gli spazi dedicati danno finalmente voce a tutti gli appassionati, ma spesso si trascende e si perde la misura. La dove invece si riesce a mantenere un equilibrio tra ragioni diverse spesso la lettura è interessante e istruttiva. Propongo un solo gruppo, La Pagina del Jazz, ma invito gli interessati ad esplorare Facebook alla ricerca degli altri, c’è sempre qualcosa da imparare.
Con queste mie proposte, certamente non le uniche possibili, vi ho messo a parte del corpus delle mie letture web in campo jazzistico in lingua italiana. Le impressioni che descrivo sono del tutto soggettive, spero che nessuno si adombri per quelle che più che critiche sono suggerimenti.
https://www.jazzconvention.net/
https://www.allaboutjazz.com/italia/
https://www.jazzespresso.com/it/
http://jazzfromitaly.blogspot.com/
https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/birdland/?f=podcast-shows
Mille grazi
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e 🙂
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Un quadro tutto sommato piuttosto vivace al quale aggiungerei il blog di Riccardo Facchi che esibisce competenza e non fa certo il “diplomatico o il “democristiano”. Da non trascurare, anche se, ultimamente il suo autore
interviene con il contagocce, è il blog “Jazz nel pomeriggio”, dove viene proposto l’ascolto di un brano con relativo commento e possibilità di confronto con i lettori di cui l’autore stesso fa buon uso.
Non so nulla di Facebook che non mi piace, ma per quanto attiene ai forum, qui, purtroppo le note sono assai dolenti. Nei forum di musica classica, l’appassionato di jazz che prova ad animare la solita sezione ipocritamente aperta ad “altre musiche” è trattato come un paria che non capisce qual è la vera musica d’arte che, ovviamente, non può essere il jazz. Nei forum di rock, dove il jazz è relegato in qualche sezione carbonara difficilmente c’è spazio per discussioni che non trattino Miles Davis, Chet Baker e Coltrane e la fusion più scontata.
Peraltro non è che ci si possa spingere molto ad interloquire sui succitati, visto che viene dato uno sguardo parziale e limitato a poche opere o all’aneddotica sull’artista maledetto, mi riferisco a Chet.
A questo punto, bè, se si padroneggia discretamente l’inglese e aiutandosi con i traduttori del web, ci sono eccellenti forum americani che trattano il jazz in maniera esaustiva con un approccio molto libero e informale.
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Avevo l’intenzione di scrivere una seconda puntata de La Concorrenza, allargata a siti e blog in altre lingue, e tra questi ci sono anche i due che nomini
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