Nel bellissimo libretto che ospita il cd della cantante pugliese Serena Spedicato, accanto alle foto dei musicisti e degli autori delle dodici celeberrime canzoni interpretate, ce ne sono alcune della protagonista assoluta di questo progetto: Genova. Colta negli scorci dei suoi caruggi, in panoramiche aeree o nel suo simbolo, la Lanterna, dagli scatti di Maurizio Bizzocchetti e Marina Donato, la città costituisce lo scenario geografico ed emozionale di uno spettacolo nato sul palcoscenico con la regia di Riccardo Lanzarone, e pubblicato di recente su cd/ book edito da Dodicilune, un’idea che arriva dall’infanzia della cantante, da ascolti casalinghi che hanno attivato, a distanza di anni, la voglia di ripercorrere parole e note di canzoni entrate nella cultura collettiva nazionale per riscoprirne le storie ed i loro autori. Bruno Lauzi, Sergio Endrigo, Luigi Tenco, Umberto Bindi, Gino Paoli, Fabrizio De Andrè.
Non l’ennesimo omaggio alla “scuola genovese”, ma piuttosto un percorso sentimentale, condotto attraverso le schede biografiche letterarie narrate dalla Spedicato dedicate ad ognuno dei protagonisti dallo scrittore Osvaldo Piliego, e gli arrangiamenti originali del fisarmonicista Vince Abbracciante che, insieme alla cantante, al chitarrista Nando Di Modugno ed al contrabbassista Giorgio Vendola, dona una veste nuova, fatta di leggerezza ed intensità, a questi classici della canzone d’autore, inserendo sempre un dettaglio, un particolare che richiama la confezione degli originali.
Introdotta dalle parole di uno suoi massimi cantori, Giorgio Caproni, “Le voci di Genova” dedica alcuni episodi a ciascuno degli autori, a partire dal “genovese d’adozione” Endrigo il cui brano in una toccante esecuzione, intitola l’intero progetto: Lauzi con “Ritornerai” ed “Il tuo amore“, Bindi con le suggestioni colte di “Il nostro concerto” e “La musica è finita“, scritta con Franco Califano per Ornella Vanoni, Tenco con “Mi sono innamorato di te“, impreziosita dal solo finale della fisarmonica, “Un giorno dopo l’altro” e “Ho capito che ti amo“, Paoli, con una fremente “Sassi” e l’intima “Che cosa c’è“, De Andrè con “Bocca di rosa”, la più jazzistica, fitta di scambi improvvisati, ed il finale affidato alla poesia di “Anime salve“. Operazione coraggiosa e non esente da rischi, quella di cimentarsi con tali titoli e con la volontà di raccontare, “dall’esterno”, un pò di anima genovese, miscuglio di elementi contrastanti, chiusure ed aperture, disincanto e poesia. Serena Spedicato ci guida in questo viaggio con vigore ed intimità, due caratteri che riconosce a Genova. Dove sarebbe bello, detto “dall’interno”, poterla ospitare quanto prima con questo spettacolo .

Questo è un bellissimo regalo che non vedo l’ora di scartare.
"Mi piace""Mi piace"