Preferisco considerare le liste di fine anno un riassunto di traiettorie di ascolto personali, piuttosto che fotografie dello “stato dell’arte” della nostra musica. Considerata la varietà e la quantità di materiale che viene annualmente pubblicato e la conseguente pratica impossibilità di una completa ed oggettiva documentazione a livello individuale, mi sono da tempo arreso all’idea che la cosa più bella dei best annuali siano le liste degli altri: fonte di sicura informazione circa ciò che si è perso – per mancanza di tempo, circostanze avverse o casualità – e di possibili, conseguenti, recuperi.
Augurandomi che anche per altri lettori possa essere valido quanto sopra, ecco il mio diario di bordo dell’anno trascorso, che, al solito, mescola latitudini diverse, spingendosi volentieri in zone di confine ed oscillando avanti ed indietro nel tempo. Copertina a David Murray, unico cd di cui non ho parlato nel corso dell’anno, ma una esemplificazione in musica del termine “essenziale”: spazi e libertà conquistati a partire dal perimetro ristretto di cellule tematiche minimali. Un grande ritorno del sassofonista supportato da una sezione ritmica travolgente. E poi viaggi nel futuro con le cosmogonie di Swhalm, Thelen ed Aarset e con il jazz surreale e commovente della compianta Jamie Branch coadiuvata da Jeff Parker, personaggio assolutamente da tenere d’occhio anche per gli anni futuri. Oasi di poetica leggerezza con i Lunatici di Francesco D’Auria e la suite di Avishai Cohen. Il free jazz rock di Avram Fefer e Marc Ribot ed il ritorno in piena forma di Bill Frisell. La reunion del Perigeo, omaggio ad una storia che merita di essere tramandata, ed il distillato di Mingus a cura di Ottaviano e Hawkins che penso, dato l’assoluto valore, comparirà in molte liste annuali. Infine “riportando tutto a casa”, un disco che sento vicino alla mia città, a cura di una cantante pugliese, Serena Spedicato, autrice del piccolo prodigio di dare nuova vita a classici senza tempo della scuola d’autore di Genova.
Avram Fefer Quartet- “Juba Lee” (Clean feed)

Bill Frisell – Four (Blue Note)

“Perigeo, One shot Reunion”.

Roberto Ottaviano Alexander Hawkins – “Charlie’s blue skylight”

Anteloper- Pink Dolphins

Jan Peter Schwalm, Stephan Thelen – “Transneptunian Planets”

Francesco D’Auria – Lunatics

Avishai Cohen- Naked Truth

Serena Spedicato – Io che amo solo te. Le voci di Genova

David Murray, Brad Jones, Hamid Drake – Seriana Promethea

Una nota: i link rimandano ad un sito wordpress e chiede la login per l’accesso…
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SIstemato. Adesso il link dovrebbe portarvi direttamente agli articoli passati citati. Milton56
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anche a me riportano su WP 😕
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SIstemato. Adesso il link dovrebbe portarvi direttamente agli articoli passati citati. Milton56
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…e giacché ci siamo ……
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Condivido con Andrea la fatica e l’impossibilità di ascoltare tutta la bulimica produzione discografica. Queste nostre liste sono un divertimento e uno spunto reciproco per approfondire musiche e musicisti che ci sono sfuggiti per mancanza di tempo o di conoscenze. Inutile oggi rimuginare nell’attesa improbabile di un nuovo Messia del jazz, meglio approfondire i tanti bravi Apostoli che portano il messaggio della musica afro americana nel mondo.
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