Come ogni anno verso la fine di dicembre testate giornalistiche, siti web, blog e magazine specializzati riversano le loro liste del meglio in campo jazzistico per l’anno trascorso. Ne ho lette molte, molte le ho postate sul nostro profilo Facebook, e mi sono fatto una mia idea precisa: anche il 2022 ha visto pubblicare qualche decina di ottimi album, ma anche quest’anno nessun capolavoro, nessun disco che tra 10 o 20 anni verrà ricordato come spartiacque, caposaldo imprescindibile o riferimento per le generazioni a venire.
E’ un dato di fatto che ormai si sussegue da parecchi anni, tanto che a mio parere l’ultimo disco che è entrato non solo nel novero dei migliori dell’anno ma dei capolavori assoluti risale al 2006 ed è Sound Grammar di Ornette Coleman. Questa situazione non necessariamente si traduce in una evenienza negativa, la qualità ed il numero di ottimi album che anno dopo anno vengono dati alle stampe è costante ed indicativa di un livello molto alto e di un variegato e notevole numero di ottimi musicisti in una commistione tra vecchi leoni (sempre meno purtroppo) e giovani protagonisti, senza contare le generazioni di mezzo, forse oggi quelle dalle quali provengono le migliori proposte e le idee più consistenti.
A questo punto non rimane che snocciolare i nomi, ma poiché stilare elenchi lunghi e pedanti è noioso per chi legge (e per chi scrive), ho ristretto al massimo, una sola lista che comprende anche qualche italiano, con l’avvertenza che questi album valgono ne più e ne meno come almeno una diecina di altri titoli dello stesso valore e interesse. Non c’è una classifica di merito, posso però dire che l’album che più mi ha catturato è Once Around The Room di Jakob Bro e Joe Lovano, un omaggio a Paul Motian quanto mai centrato e godibile.

*Roberto Ottaviano/Alexander Hawkins – Charlie’s Blue Skylight (Dodicilune)
- The Bad Plus – (Editions)
- Jakob Bro/Joe Lovano – Once Around (ECM)
- Emile Parisien Sextet – Louise (Act)

- Joel Ross – The Parable Of The Poet (Blue Note)
- Angles – A Muted Reality (Clean Feed)
- Enrico Rava & Fred Hersch – The Song Is You (ECM)

- Marquis Hill- New Gospel Revisited (Editions)
*Jonathan Coe & Artchipel Orchestra (Musica Jazz cd)
- Immanuel Wilkins – The 7th hand (Blue Note)
- Battle Trance – Green of winter (Bandcamp)
L’ultimo nome che ho tracciato, il quartetto di sassofoni Battle Trance, merita una segnalazione proprio in quanto assoluti sconosciuti alle nostre latitudini. L’album è ascoltabile su Bandcamp e se vi viene voglia di provare penso che non ve ne pentirete.
Due gli album che per motivi assolutamente diversi non mi hanno convinto. Ne parlo perché figurano in moltissimi Top Jazz, e poiché i nomi sono di primo livello qualcuno potrebbe chiedersi come mai non nel mio. Si tratta di Jacob’s Ladder di Brad Mehldau e Xaybu: The unseen di Steve Lehman. Gusto personale ovviamente e nessun disconoscimento del valore dei musicisti, per me due album non indispensabili.
Segnalo infine, ampliando lo sguardo un po’ più in la e sconfinando di genere, un cofanetto che racchiude il meglio della produzione di Meredith Monk per ECM: 13 cd e un libro di 300 pagine per conoscere una protagonista della vocalità, della danza e del teatro newyorkese. Imperdibile

Bellissimo il cofanetto di Meredith Monk!! Mi faccio un bel regalo. Grazie 🙏
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