CARTOLINE – Elaine Mitchener al Centro d’Arte di Padova, per l’anteprima di “Opera Libera”

Ripartirà a breve, il 23 ottobre, la rassegna “Opera Libera” del Centro d’Arte degli Studenti dell’Università di Padova – un’associazione attiva sin dal lontano 1945 –, con una serie di concerti che testimonia, una volta di più, l’indole avventurosa e lungimirante del Centro nella sua apertura alle tendenze più recenti del jazz e della musica di ricerca, anche in collaborazione con (rare) realtà affini nel panorama italiano.

Così, il primo concerto, frutto di un sodalizio con Area Sismica di Forlì e con il Circolo Controtempo di Gorizia, vedrà sul palco della Multisala MPX a Padova il sassofonista svedese Mats Gustafsson e il suo Fire! Italian Defeat, formazione inedita di nove elementi che comprenderà, accanto al nucleo del trio Fire! e collaboratori (reduci dalla pubblicazione dell’album Defeat nel 2021), anche quattro musicisti italiani di area solidamente improvvisativa e free (Zoe Pia, Valeria Sturba, Sebi Tramontana e Sara Ardizzon), proseguendo un percorso di apertura di Fire! già iniziato lo scorso anno proprio a Padova e a Forlì. A seguire, il 28 ottobre alla Sala dei Giganti al Liviano, sarà la volta di Kaze, formazione nipponico-francese nata nel 2010 (Satoko Fujii, Natsuki Tamura, Christina Pruvost, Peter Orins), che ospiterà per l’occasione Ikue Mori, figura centrale della sperimentazione elettronica newyorchese. Al centro del terzo appuntamento, a conclusione della stagione autunnale (30 Novembre, Teatro Torresino),  vi sarà poi un’altra produzione originale del Centro d’Arte, “What we do when in silence”, per dare nuovamente spazio a percorsi inediti di ricerca improvvisativa con la chitarrista Alessandra Novaga (I Should Have Been a Gardner, 2020, Die Schachtel), Enrico Malatesta alle percussioni e il performer elettroacustico Nicola Ratti, in un concerto che sarà il frutto di una residenza al Centro.

Una rassegna all’insegna dell’originalità, dunque – a cui va il merito di aprire l’orizzonte a proposte innovative e costruite a stretto contatto con i musicisti coinvolti –, e di cui si è avuto un’anteprima, lo scorso 30 settembre, con il concerto-workshop di Elaine Mitchener, artista londinese di famiglia giamaicana, già co-titolare di un quartetto con Alexander Hawkins, e con alle spalle numerosissime collaborazioni tanto nel jazz di ricerca (ad es. con Moor Mother, Evan Parker, o Steve Beresford), quanto in area colta-contemporanea (Arditti, Sciarrino, London Symphonietta, tra gli altri). Un’artista ancora poco conosciuta in Italia, ma che ha saputo farsi apprezzare, a Padova, con “Memorial”, una composizione scritta per lei da George Lewis e basata su un testo dell’attivista e poeta sudafricano Keorapetse Kogisistile: un dialogo cantato ora serrato ora più arioso con la traccia elettroacustica di Lewis e la voce recitante pre-registrata della stessa Mitchener, echi di lirismo operistico e sperimentazione vocale, viaggio straniante dentro e fuori la partitura, di forte impatto emotivo.

Artista multiforme e versatile, Elain Mitchener, del cui estro si è avuta poi una prova nel workshop proposto a Padova – coinvolgendo il pubblico in sperimentazioni vocali e sonore collettive con oggetti inusitati, e ripercorrendo così anche un pezzo di storia del collettivo Fluxus – come pure in una breve ma significativa improvvisazione finale: artista che sfugge alle categorizzazioni, ma ampiamente radicata nella ricerca sulla diaspora africana, e che varrà la pena di seguire ancora in uno dei suoi numerosi progetti, se e quando – lo speriamo – sarà di nuovo in Italia.

Qui il programma di “Opera Libera“.

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