KURT ELLING – Secrets Are The Best Stories
Edition Records (Supporti disponibili: CD-LP)
Ecco un disco che dovrebbe fugare ogni dubbio sul livello raggiunto dalla produzione di Kurt Elling, singer chicagoano che ha scavallato i 50 anni, gode di ampia e meritata reputazione oltreoceano ed è artista a tutto tondo, da considerarsi per quello che semplicemente è: cantante e musicista colto, paroliere brillante che non ha mai disdegnato l’impegno sociale oltre che jazzista sofisticato, a dispetto delle smorfie che ogni tanto alcuni jazz fans si concedono quando si parla di vocal jazz, tanto più se declinato al maschile.
“Secrets Are The Best Stories” è un disco “letterario” che guarda decisamente alla canzone d’autore, si cerchino referenze cultural/teologiche più dalle parti di Nick Cave che non di Jon Hendricks, ed è magistralmente segnato dalla collaborazione con il pianista Danilo Perez, vero pilastro portante del progetto che dialoga incessantemente con il leader, scavando attorno e mettendo in luce l’originale timbro di Kurt, cesellandone le frasi, infittendo gli sviluppi tematici con escursioni incantate, dal profondo senso ritmico, sia nei brani latin oriented che in quelli più vicini al blues, sebbene ciò che spicchi nell’ascolto dell’intero album sia l’omogeneità raggiunta e l’alto valore espresso da ogni singola nota dei musicisti coinvolti. Elling ha scritto testi per un paio di brani del partner panamense ed ha aggiunto liriche a storiche composizioni di Shorter e Jaco Pastorius, mantenendo una tensione evocata e diffusa anche dalle percussioni di Jonhatan Blake, batterista che troviamo con gran piacere sempre al posto giusto ed al momento giusto.
Si prenda a titolo di esempio del coinvolgimento raggiunto da tutti in questo progetto anche l’eloquenza del sassofonista portoricano Miguel Zenon in “Beloved”, brano dedicato alla grande figura di Toni Morrison, scrittrice americana premio nobel scomparsa nel 2019 (in Italia il romanzo “Beloved” uscì sotto il titolo di “Amatissima”).
Al di là di questa esplicita e toccante proposta il disco ha un suo inequivocabile peso letterario, e rappresenta in tal senso un interessante scarto rispetto alla produzione di Elling, i testi vanno assaporati lentamente, lasciando che le suggestioni segrete vengano a galla naturalmente, in un’intersicarsi continuo di pulsioni sociali ad intime, acute riflessioni poetiche. Dal primo brano, ispirato ai lavori del poeta Franz Wright (Think that / or imagine you are just / just gliding / The hawk flies / in clear skies / mirroring fire / floating higher / higher than any spire) fino al finale in cui viene proposta anche “Rabo de Nube”, diventato negli anni un magnifico standard jazzistico, il disco vibra di un’accesa spiritualità che vuol parlare alle vite di tutti noi, invitandoci a scrutarsi dentro per volare in alto.
“Holy one to another — Holy me / holy other
Holy lives / holy blending / Holy start / holy ending”
[Courtesy of Audioreview]