CHUCHO VALDES & PAQUITO D’RIVERA REUNION SEXTET – I Missed You Too! – (Sunnyside) Supporti disponibili: CD / Digital Download
Incontro al vertice del jazz latino quello qui celebrato nella “reunion” tra il pianista Chucho Valdès (80) ed il sassofonista e clarinettista Paquito D’Rivera (74), sette episodi di un repertorio lucidato per l’occasione e riportato in giro per il mondo dai due musicisti e compositori veterani, impegnati in turneè con il sestetto cubano protagonista dell’incisione, con tappe d’incandescente successo anche nell’estate italiana di Pomigliano ed Oristano.
Il video sottostante in poco meno di tre minuti spiega al meglio la complicità e le idee riguardo questo disco ed il tour mondiale che lo sta accompagnando.
I due si ritrovano quindi dopo un certo periodo, lungo ma di certo non lunghissimo, li ricordiamo per esempio alla Casa Bianca sei anni fa di fronte al Presidente Obama in uno spettacolare set…. altri tempi, altri Presidenti, sembra passato un secolo, effettivamente. Chucho e Paquito si devono comunque essere reciprocamente molto mancati visto il titolo di questo nuovo lavoro, la pandemia con tutti i concerti saltati avrà profondamente influito, insomma il bello è che in questo nuovo disco i due sodali ritrovano di slancio lo smalto dei tempi andati fin dall’abbrivio, “Mambo Influenciado”, iconico brano di Valdès assurto al rango di standard latin jazz, che brilla al suo zenith grazie al contralto di Paquito D’Rivera che mette in rilievo il proprio personale stile parkeriano, venato d’intarsi e deliziose cadenze afrolatine.
“Mozart A La Cubana”, ancora dalla penna del fondatore degli Irakere, è un volo senza scali da Salisburgo a L’Avana, con decollo da una divertita Serenata in Sol maggiore K 525 ad aprire le danze che proseguono, dopo l’Eine kleine Nachtmusik, in un pirotecnico vernissage che abbatte steccati tra i generi in nome di una proposta che vuol essere prepotentemente popolare, intrisa di virtuosismi (Rivera al clarinetto, Diego Urcola alla tromba) ma sempre con arrangiamenti di primo livello, curati nei minimi dettagli. E’ notorio che ai nostri lidi questa musica venga considerata dai critici più cool ed à la page col classico sorrisetto di compiacenza che si riserva al nonno mezzo scemo, resta il fatto che dopo dosi cavalline di pseudo-indie-jazz-sgangherato una serata con questi fenomeni è in grado di riconciliarti con il mondo. La title-track, con le fenomenali percussioni di Dafnis Prieto sugli scudi, è farina del sacco di Paquito D’Rivera, mentre la veloce “Pac-Man”, in cui s’apprezza il fraseggio di Urcola al trombone, è un brano di Hilario Durán eseguito dal sestetto in un crescendo di contagioso entusiasmo.
Nei momenti raccolti del disco vibrano in modo evidente le corde dei due leaders, la chiusura del disco è emozione pura: “El día que me quieras”, di Carlos Gardel, per pianoforte e contralto, è in effetti una mirabile chiusa, un commovente ritrovarsi che mette alla prova il miocardio di noi ascoltatori. (Courtesy of Audioreview)
Questa “vecchia guardia” non è poi così vecchia ma ha ancora tanto da dire e da dare.
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assolutamente. e dal vivo sono una forza della natura. grazie per il commento!
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mi associo, è musica di vita, e come la vita è vena inesauribile.
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es verdad! e quante volte ce ne dimentichiamo.
mi hai ricordato…
Que la vida es un carnaval
Y las penas se van cantando
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y es más bello vivir cantando ..
Questa canzone ha il pregio di farti ballare in un nanosecondo di nota 🙂
Grazie.
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Due giganti della musica che con la loro grande sensibilità server endosi dei loro strumenti, trasmettono ogni volta che li si ascoltano emozioni indimenticabili!
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