DR. LONNIE SMITH – “Breathe” (Blue Note) Supporti disponibili: CD/LP
Allo scoccare dei suoi 75 anni il dottore delle tastiere Lonnie Liston Smith, gran cerimoniere dell’hammond B3 (si butti un occhio a questo canonico link per avere un’idea della sua longeva carriera) ebbe modo di mettere a ferro e fuoco il Jazz Standard di New York in un paio di serate del 2017 destinate a diventare un live in trio decisamente riuscito: “All in My Mind”, pubblicato nel 2018 dalla Blue Note di Don Was, un uomo che sta dimostrando grande intelligenza e che gradualmente sta riportando nel posto di competenza la più mitica label del jazz moderno.

Tre anni dopo quella serata di quattro anni fa sono stati tratti altri brani da quelle “celebrazioni”, stavolta con all’opera un settetto deciso a festeggiare e ovviamente capitanato dal nostro Guru, sei titoli che costituiscono la spina dorsale di questo “Breathe”, un respiro profondo in cui immergersi con naturalezza, una sorta di “soul-jazz paradise” per i fortunati astanti dell’epoca e per noi che possiamo così completare con queste esplosive sei tracce quel concerto-evento. La band, che coinvolge il fidato chitarrista Jonathan Kreisberg, i sassofonisti John Ellis e Jason Marshall, oltre al trombettista Sean Jones (musicista che meriterebbe molta più considerazione ai nostri lidi) e al trombonista Robin Eubanks, viaggia a vele spiegate sotto l’egida porteriana di “Too Damn Hot”, brano che da decenni fa vibrare il turbante di Lonnie Smith, prosegue con “Pilgrimage”, altro cavallo di battaglia che conserva l’innato mordente e bordeggia la monkiana “Epystrophy” con la sordina di Jones ed il sofisticato funk drumming di Jonhathan Blake sugli scudi.
Ma questo “Breath” rischia di diventare a breve il disco più venduto del Dottore grazie ai due pezzi che aprono e chiudono il lavoro, due gioiellini che coinvolgono nel trio di Smith l’icona punk per eccellenza Iggy Pop, un’iguana che languidamente porge il suo lato crooner alla terrific hit del ’72 “Why Can’t We Live Togheter” e fa venire i brividi incrociando un gran pezzo del cantautore Donovan di qualche anno prima, “Sunshine Superman”.
Stando alle cronache pare che il buon vecchio Iggy sia capitato per caso ad un concerto di Lonnie Smith all‘Art’s Garage di Delray Beach, in Florida, vicino a dove risiedono entrambi, e che sia scoccata la scintilla, con la richiesta di Iggy di potersi esibire in un pezzo, subito accontentata. Un po’ come per certe coppie su cui non scommetteresti un tallero e che finiscono invece per volteggiare ad libitum in secola secolorum ecco che i due si sono ritrovati in studio per mettere a fuoco l’intesa dimostrando feeling, rispetto reciproco e grande amore per le due cover interpretate, tanto che voci di corridoio lasciano intendere che nella cantine della Blue Note ci siano altre bobine dell’incontro ad invecchiare, speriamo non a lungo. (Courtesy of AudioReview)

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