Lampi carioca sul Lago (John Patitucci Trio)

L’annuncio della presenza del John Patitucci Trio sulle rive del Garda, in quel di Manerba, ha smosso una nutrita colonia di appassionati, fedeli adepti alle proposte di questo straordinario virtuoso del basso, sia declinato in modalità elettrica, dove si gioca il titolo di migliore al mondo da decenni con un pugno di colleghi, che in modalità acustica. La tourneè italiana, che si sta concludendo, ha registrato numerose tappe con un ottimo riscontro di pubblico, ed ha visto all’opera il cosiddetto “brazilian trio”, completato dalle chitarre di Yotam Silberstein e dalla batteria di Rogerio Boccàto, un trio che si è palesato discograficamente alcuni anni or sono, nel notevole “Irmãos De Fé” (Newvelle Records), lavoro recentemente rimasterizzato e meritevole di ampia riscoperta.

Del resto Patitucci, il cui impressionante curriculum di collaborazioni lascia sempre stupefatti, bazzica con gran gusto il repertorio brasiliano da almeno trent’anni, “Mistura Fina” è un suo GRP di successo che risale al 1995, e questo nuovo viaggio sudamericano in trio s’è rivelato d’effetto e ancor più d’affetto (smisurato) per giganti come Carlos Jobim, Chico Buarque, Egberto Gismonti, oltre che per maestri del Choro come Sivuca, Dominguinhos ed altri ancora, riletti con misura e, soprattutto, con gran divertimento sul palco e, di conseguenza, in platea.

Yotam Silberstein, la rising star da Tel Aviv, ma con residenza a NYC, è stata la piacevole sorpresa della serata, un chitarrista totalmente in sintonia con il leader, ed in cui le fragranze mediorientali screziano un diteggiare che si fa rockeggiante in alcune evoluzioni soliste, uno stile moderno e di gran fascino, benedetto, e ci sembra giusto segnalarlo, dal collega e gloria nazionale Sandro Gibellini, enfant du pays presente tra il pubblico ed entusiasta della musica proposta (“As Vitrines! che pezzo meraviglioso, da tuffo al cuore. Grande band!“).

Chico Buarque è l’autore delle liriche di questa incredibile canzone ripescata dal John Patitucci Trio.

Dal songbook di Chico Barque è stata proposta anche “Sinhà“, con un Silberstein elegante ed efficace anche alla chitarra acustica e Patitucci al contrabbasso, mentre con “Samba do grande Amor” si è giunti ad uno degli zenith del concerto, con danza accennata dal leader che non ha lesinato virtuosismi perfettamente inseriti nel climax di un brano/capolavoro, proposto in una versione che ne attenua di gran lunga le malinconie, evidenziandone piuttosto le tessiture armoniche in un giocoso rincorrersi del tema. “Nilopolitano“, un choro veloce di Dominguinhos, sembra diventato quasi una sigla del trio, che non si è risparmiato affatto pur facendo correre il concerto su collaudate rotaie, come quelle battute nella classicheggiante esposizione di “Desvairada” di Augusto Sardinha,

Un solo breve bis; a dissolvere nelle luci del lago le tonalità latin jazz della serata ci pensa lo standard immortale “I Fall in Love Too Easily“, composizione di Jule Styne del 1944 resa celebre dalle versioni di Frank Sinatra e Chet Baker, che Patitucci sciorina al contrabbasso, perfettamente supportato dal drumming, sofisticato e mai invasivo, di Rogerio Boccato.

Dopo le ovazioni dovute, e prima di trovare rifugio da un temporale estivo incombente sul lago abbiamo strappato a John Patitucci un’intervista/chiacchierata al volo che pubblicheremo tra qualche tempo, sempre su questi schermi. Il “Giovanni bassista”, come si è auto presentato sul palco, è un ironico antidivo per eccellenza, il suo italiano/calabrese rimanda più che altro alle strade di Broccolino, da lui peraltro celebrate in un disco eponimo ma….di questo ed altro parleremo a suo tempo.

Piuttosto sottolineiamo con piacere che a Manerba, sponda bresciana del basso Garda, sembra aver preso il via un percorso virtuoso grazie alle attenzioni ed alla sensibilità culturale della Giunta Comunale. L’ambientazione fa il resto, i concerti si tengono in un parco immerso nel verde e lontano dalle traiettorie turistiche, un ottimo service permette di godersi ogni suono, notazione purtroppo da non dare sempre sempre per scontata quando si ha a che fare con questo tipo di sonorità all’aperto, a fine Agosto arriverà Enrico Pieranunzi in duo ed è probabile che noi saremo ancora lì a raccontarvene.

1 Comment

  1. John Patitucci è un artista che ha scelto di esprimersi suonando il basso ed è molto più interessante di molti altri che fanno del basso un fine e non un mezzo per esprimere musica. Il suo amore per la musica brasiliana poi dura da circa quaranta anni sia come riproposizione dei classici sia come influenza nei propri brani originali. Un grande, non c’è dubbio.

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