Addio a Ronnie Cuber (1941/2022).

Si è spento il 7 Ottobre, ad 80 anni di età, il grande sassofonista baritono Ronnie Cuber. Al momento non si conoscono con precisione le cause della morte. Abbiamo appreso la notizia dalla pagina fb dell’amico e collega Eddie Palmieri, che ricorda anche il suo contributo nelle sue band.

In memory of my dear friend Ronnie Cuber who just passed away, he was truly one of a kind. Known mostly for his musicianship on the baritone saxophone his contributions to an eclectic array of musical recordings span over 60 years. Ronnie delivered tasteful phrases on my album Harlem River Drive and his solo on Coast to Coast is one that epitomizes the type of range Ronnie always carried as a remarkable session player. He is one of those people who will forever live in my heart and the memories we shared on the bandstand and in the studios will always be cherished. Thank you, Ronnie, may your spirit roam free and be blessed!”

Pochi giorni fa, poche ore prima di apprendere la triste notizia avevamo visto il newyorkese in azione con la prestigiosa WDR Big Band, che ha pubblicato un estratto video in anteprima di “Way Back Home”, tratto dal disco registrato a fine 2021 ed appena pubblicato con la presenza degli altri senatori Steve Gadd e Eddie Gomez. Il titolo scelto suona oggi tristemente profetico.

Nel corso di una carriera luminosa ha posto il suo sassofono (non solo il sax baritono di cui è maestro assoluto, ma anche il tenore, il soprano oltre a clarinetto e flauto) al servizio di grandi del Jazz ma anche del rock e del pop e del latin, gente del calibro di Slide Hampton, Lee Konitz, Mingus Big Band, Maynard Ferguson, George Benson e poi Frank Zappa, B. B. King, Paul Simon, Eric Clapton e mille altri ancora. Ronnie Cuber non era solo un sideman ricercato, come dimostra anche il video con la WDR Big Band ha suonato fino all’ultimo e va detto che negli ultimi anni, soprattutto grazie all’etichetta danese SteepleChase, che ne ha documentato al meglio la produzione da leader, Cuber stava vivendo un’ultima, preziosa “Indian Summer” pubblicando con cadenza annuale una serie di album che ravvivano il suo ruolo storico all’interno della tradizione jazzistica, un campione dall’eloquio appesantito ma ancora più fascinoso, dischi di livello assoluto e di cui vi abbiamo dato conto sul nostro portale, vedasi link sottostanti. In queste ore sui social si susseguono gli addii ed i commiati di colleghi, amici e fans, ciò che pare certo è che la musica di Cuber, sia destinata a sopravvivergli molto a lungo, lo ringraziamo di cuore e, come si dice in questi casi, che gli sia lieve la terra.

(la magnifica foto che abbiamo usato per la copertina è di Robert Wierzbicki)

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