Jesse Harris e Vinicious Cantuaria “Surpresa”

Capita talvolta che l’identità di un’opera derivi dalla pura combinazione degli elementi a disposizione, la cui esistenza crea un ambiente unico e distintivo. Titolo più appropriato di “Surpresa” (Sunnyside records) non poteva, quindi,  esserci per queste undici composizioni scritte su un asse immaginario che collega New York a Rio De Janeiro, combinando due stili e due linguaggi apparentemente distanti. Quello di Jesse Harris, il compositore che sta dietro a molti dei successi di Norah Jones, Melody Gardot e Madeleine Peyroux, ma anche musicista coinvolto in percorsi più avventurosi come il “Song book” di John Zorn  e John Medesky,, fondatore del duo Once Blue con la cantante Rebecca Martin  ed autore di una decina di album in proprio, e Vinicious Cantuaria, uno dei più raffinati autori ed esecutori nella linea della musica brasiliana più innovativa che fa capo a Caetano Veloso, anch’egli aduso a collaborazioni fuori perimetro come quelle con  Ryuichi Sakamoto e Laurie Anderson.

Scavando a ritroso nella storia dei due, viene da identificare il  tratto comune nell’area di Bill Frisell, dato che Harris a fine anni 80 condivideva la ragione sociale del suo gruppo The Ferdinandos, con Tony Scherr e Kenny Wollesen, poi collaboratori del chitarrista di Baltimore, mentre Cantuaria con l’ubiquo Bill ha addirittura inciso una decina di anni fa  un intero album “Lagrimas mexicanas”, ed infatti le inconfondibili sei corde di Frisell adornano due tracce di questa nuova collaborazione che estende su un intero album composto e suonato insieme il seme lanciato con  “This Time” scritto da Harris per l’album di  Cantuaria del 2012 , “Indio De Apartamento”, all’indomani di una conoscenza subito diventata amicizia grazie all’amico comune Dadi Carvalho.

Fatte le debite presentazioni, passiamo alla musica, che è davvero una sorprendente boccata d’aria pura di cui tutti prima o poi avremmo bisogno: chitarre, voci, qualche discreto contributo dei fiati e delle percussioni, ed una abilità compositiva da manuale, declinata nei due stili alternati fra nord e sud america. Si parte dai sapori folk west coast di “Waiting” per virare subito dopo verso il tropicalismo di “Rio Negro”, rivisitazione di un brano scritto a quattro mani con Caetano Veloso, e proseguire così, alternando dolci ballads introdotte dai fiati ( “Far away”), duetti vocali (“How long”, un inno alla fine dell’isolamento con Melody Gardot) piccole gemme blues ( “Broken Ombrellas” ) ed un tocco di old fashion jazz (“West broadway shuffle),  con la stupenda ed estatica title track, con “O’Maria” tratta dal songbook di Gilberto Gil, cantata da Harris in portoghese e nobilitata dai labirintici giochi della chitarra di Frisell, presente anche nella seguente “Colibri”  scritta da Cantuaria con il compositore argentino Alejandro Corvalan.  Aggiungete l’avvolgente atmosfera country dello strumentale “Little star” ed una commovente dedica ad una personale regina, “You, the queen” solo voce e chitarra,  ed avrete il disco perfetto da ascoltare nel caso una di queste mattine di fine estate vi venga voglia di saltare giù dal letto ed andare ad attendere il sole che sorge. Senza fretta, ma vivendo il momento con tutta l’intensità che questa musica vi aiuterà a provare.

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