TDJ Best of ’21 (Vol.2) – Gli altri due Bestioni.

Il seguito del nostro Bestiario di Fine Anno.

Altri dischi che si sono fatti notare nel 2021 dai nostri JazzTrackers! Vi appaiono incisioni di cui abbiamo trattato, altre che avrebbero meritato un approfondimento, ed altre di cui magari parleremo in futuro, ma su cui puntiamo convintamente i nostri spotlight. (P.S. : L’immagine di copertina è tratta da “Worst Jazz LP Covers ever” dal mitico sito LondonJazzCollector)

ANDBAR

Il tradizionale Best(ione) di fine anno è anche occasione per registrare, confrontando la personale lista con quelle di altri compilatori, le proprie carenze di ascoltatore rispetto ad una omnicomprensiva prospettiva ideale. Eccomi quindi ad un dovuto mea culpa per avere trascurato o dedicato poco tempo ai cd di James Brandon Lewis, Steve Coleman, Craig Taborn, che forse avrebbero spuntato una parte in commedia. Fra i titolari , invece, un paio di esempi di euro jazz confinanti con la classica, un tentativo di jazz del futuro, l’attualità di Coltrane attraverso il lessico moderno di un “true maestro”, la danza identitaria di Shabaka & co., una celebrazione di Enrico Rava, un distillato dell’arte di Tracanna per organico ridotto e l’omaggio, riuscito e convinto, di Giovanni Guidi a Gato Barbieri, con citazione per il Lewis di cui sopra. Non manca l’outsider, e stavolta tocca a due raffinati autori di canzoni fra Stati uniti e Brasile e fra pop e jazz, con un disco che continua a suonare come una vera “surpresa”.

Azolia – Not About heroes

Florian Ross – Architexture

Wollny – Parisien- Lefevre- Lilinger XXXX

Dave Leibman – Selflessness

Sons of Kemet – Black to the future

Enrico Rava – Edizione speciale

Tino Tracanna – Distilled

Giovanni Guidi – Ojos de Gato

Barry Harris/Vinicious Cantuaria – Surpresa

ARTURO PEPE

Anche in questa complicata annata abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di ascoltare tanto ottimo Jazz. Per quanto riguarda il versante italiano, detto che la notizia del rilancio della Red Records è forse la più bella notizia arrivata quest’anno, passo a segnalare tre dischi interessanti realizzati da nomi relativamente nuovi.

DANILO BLAIOTTA “The White Nights Suite” – pianista di formazione accademica e d’esprìt jazzistico mette su un gran bel gruppo e sforna un concept album costruito in modo certosino sull’affascinante racconto di Fedor Dostoevskj. Sorpresa notevole.

NAZARENO CAPUTO Phylum” Vibrafonista che esordisce con un lavoro maturo, denso ed emozionante jazz reso con aderenza a radici profonde. Nome da segnarsi sul taccuino.

“MANLIO MARESCA – Noisy Games” – Rimandi a iosa frullati con ironia e stile, lampi di follia nelle escursioni elettriche di questo chitarrista e della sua gang. Mi ha fatto sbagliare due volte l’uscita verso Milano, per dire, divertito da alcune evoluzioni inattese, cose che capitano ai boomer che, come chi scrive, hanno ancora il lettore di cd in auto, l’accendisigari ecc.

Jazz Internazionale: una pioggia di ristampe e d’inediti storici semplicemente magnifici (si pensi ai ritrovamenti della meritoria Resonance Records) han finito per mettere in secondo piano tante nuove uscite, difficile per i contemporanei competere con le lunghe ombre di Trane, Mingus o Davis. Comunque ecco una lista di dischi nuovi che mi han convinto sotto ogni aspetto.

BILL CHARLAP – Street of Dreams– Esemplare distillato di purezza. Un fuoriclasse mondiale della tastiera che con questo suo trio ci fa percorrere ancora strade da sogno, molto meno battute di quanto si creda. Si fila via in Limo, nella notte newyorkese.

MAKAYA MCCRAVEN – Deciphering the Message – Altro Blue Note da comprare, ascoltare, riascoltare e conservare. Message received, loud and clear.

RONNIE CUBER / GARY SMULYAN “Tough Baritones” – L’arte dello scaldare il cuore in tempi duri, al fuoco del Blues.

ORRIN EVANS – The Magic Of Now – La miscela Evans/Wilkins è straordinaria. Produzione Smoke tutta di alto livello anche quest’anno, ma questo è il disco da non perdere. Welcome Back, Orrin!

MIGUEL ZENON – LUIS PERDOMO – El arte del Bolero – Incantevole. Loro due soli, nella Jazz Gallery di New York vuota per la pandemia, la scelta di un repertorio amato fin dall’infanzia. E noi qui in silenzio, grati.





DONALD EDWARDS – The Spirit Of Us – L’integrità e la potenza di un pugno di jazzisti cazzutissimi, mi si passi il francesismo. La Criss Cross che torna in auge, gran bella notizia.

JAMES BRANDON LEWIS & Red Lily Quintet – Jesup Wagon – Blues, Folk, Cultura Nera in un concept album di grande impatto, che pone JBL e il suo vagone tra i musicisti da seguire in ogni dove.

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